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lunedì 2 gennaio 2012

il Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo : da monello a Santo - Parte Quinta - a - .



IL SERVO DI DIO
FRA GIUSEPPE MARIA DA PALERMO , 
CHIERICO E NOVIZIO CAPPUCCINO 
1864 - 1886 .

PARTE QUINTA “ A ”


“ ANSIE E CONTRASTI ”

Il padre Nicolò ignorava quanti timori ingenerasse nell’animo del figlio quel Comandargli di prender parte a teatri , passeggi e balli . Vincenzino , benché a malincuore , Obbediva , e mentre sembrava che seguisse lo svolgimento delle scene in teatro e feste di famiglia , col pensiero e l’affetto vagava lontano e si intratteneva con Dio . Ebbe degli assalti e provò momenti penosi , ma stette fermo nel suo proposito . Appena rientrava nella sua stanzetta , si metteva in Ginocchio davanti al Crocifisso , e inondando il pavimento di Lacrime , chiedeva con istanza a Dio la forza per resistere .Tutto ciò contribuiva a fargli sentire maggiormente il peso insopportabile delle catene che ancora lo avvincevano al mondo , e , Pregando Intensamente , credette d’essere venuto il tempo di non più assuefarsi alla volontà del padre Nicolò , il quale fino allora alle sue insistenze aveva sempre risposto : “ Per ora studia , ne parleremo in seguito ” . Bisognava dunque parlarne definitivamente e venire ad una conclusione . Scrive allora una lunghissima lettera e , fedele al proposito di nulla intraprendere senza il consenso del Confessore , va a trovare il Canonico Pennino , che in seguito , al riguardo , ebbe a scrivere così :
“ Vincenzino era in una continua lotta , non potendo da un lato resistere al padre , e non volendo dall’altro studiare materie che non si addicevano alle sue Ispirazioni . Venne un giorno a trovarmi alla Biblioteca Nazionale dove io ero assistente e dove egli soleva incontrarmi , e mi parlò di questo affare : ma io , pur conoscendo appieno il suo divisamento e la tenacia del suo carattere , per prudenza non volli leggere quella lettera , affinché in qualunque evenienza avessi con sincerità affermare che vi era estraneo ” . Così Vincenzino veniva a trovarsi solo nella lotta che stava per Intraprendere ; ma Sentiva che Dio gli stava vicino .
Tornato a casa , andò senz’altro a presentare quella lettera al padre , nel modo che racconta il medesimo ingegnere Diliberto : “ Un giorno di sabato - egli dice - non ricordo quale , prima di uscire di casa per andare a scuola , Vincenzino venne a baciarmi la mano , come era solito , e mi lasciò una lettera dicendomi : “ La legga quando ha tempo ” .

La lunghezza e l’Importanza di questa lettera ci sembra di tale rilievo da meritare una pagina a parte , rilevandoci tutto il pensiero del Servo di Dio e le ragioni che lo muovevano . I suoi non erano propositi giovanili , effetto di incostanza e leggerezza , ma Frutto di lunghe e Serie Riflessioni , Frutto della Luce Soprannaturale che gli Pioveva nell’anima e gli agitava il cuore , Luce con la quale , avendogli Dio Scoperto un Lembo di quella Felicità che non avrà fine , l’invitava a seguire il suo impulso . Con questa lettera egli non intendeva solo aprire tutto intero al padre il suo pensiero , ma dare a Dio la Prima Prova della Decisione di volere a qualunque costo seguire la Sua Volontà . E forse per questo adoperò nello scrivere foglietti color rosa , intarsiati d’oro e ricami , come si usa tra i fidanzati . La riproduciamo accompagnarla con qualche rilievo , per maggiormente illustrarla. L’indirizzo è “ Al mio affezionatissimo padre Nicolò ” , e porta la data del 31 Maggio 1881 , perché forse intendeva presentarla in tal giorno , e invece gliela porse il 28 , che in quell’anno cadeva di sabato , attesa l’abitudine presa dall’inizio della Conversione , di compiere le sue azioni importanti in Giorno Dedicato alla Vergine , avendone sperimentato Effetti Mirabili . Non dimentichi il lettore che Vincenzino aveva scritto dopo aver lungamente Pregato e Sofferto gli importuni ostacoli frapposti dai parenti .


Palermo , 31 Maggio 1881 .
“ O padre , o padre mio , “ Vengo a parlare con la presente dell’argomento più importante , quello della Salvazione dell’anima mia . “ Lei rammenterà certo d’avermi promesso che dopo gli esami per l’Istituto mi avrebbe fatto studiare il Latino con un professore particolare . Seguii i suoi consigli , mi preparai nei mesi delle vacanze , diedi gli esami , fui promosso e dopo non restava che a lei di adempiere la promessa . Quindi speravo che qualche giorno mi avrebbe chiamato per decidere sul da fare . Ma… aspetta , aspetta , questo giorno sospirato non veniva mai : e mai sarebbe venuto se non mi fossi deciso a scrivere la presente , per prendere delle risoluzioni più importanti… ” .
Qui , senza punto mancare di rispetto al padre , assume un contegno risoluto , deciso di Obbedire a Dio prima che agli uomini , e ciò con l’intento di dissipare qualunque illusione che quello potesse nutrire . “ Prima di tutto le dico - prosegue Vincenzino - che non voglio sostenere l’esame per la promozione alla seconda classe dell’Istituto , poiché ho studiato poco in questo anno per molti ragioni , delle quali le più importanti sono le seguenti : Perché le materie in essa studiate , eccetto l’italiano , giovano poco per la mia Professione , e perché la maggior parte del tempo l’ho passato in sogni di un avvenire Pacifico , Mansueto e Santo . In secondo luogo le dico che non voglio rimanere in casa , ma invece voglio entrare in Seminario Arcivescovile e studiarvi il Latino con un professore particolare ” .
Non il tono deciso con cui parla . A lui importava assai , avendo già 18 anni , di mettersi nello stato in cui si sentiva chiamato , e se proponeva di entrare in Seminario , era per meglio studiarvi la Vocazione e la scelta dell’Ordine Religioso che desiderava Abbracciare , come pure per non attirarsi maggiori difficoltà dal padre che non tanto facilmente si sarebbe piegato a lasciarlo partire subito da Palermo . Prevedendo poi e confutando in anticipo le obiezioni che gli sarebbero potute fare , aggiunse : “ Ma lei potrebbe dirmi : Perché non rimani in casa per studiare per studiare il Latino invece di entrare in Seminario ? Ed io rispondo : perché in casa non posso con mota attenzione ed assiduità ; perché ho sempre occasione di distrarmi a causa di divertimenti , la qualcosa non avverrebbe in Seminario ” .
Qui entra in argomento più delicato ; ma siccome il lettore ne sa già qualcosa da quanto precedentemente abbiamo detto , proseguiamo la lettera di Vincenzino .
“ In terzo luogo le dico - egli aggiunse - che dopo essere entrato in questo Santo Luogo io non voglio vedere né casa , né parenti , poi che tanto la mia separazione dalla famiglia quanto il mio ritorno in essa invece di essere Causa d’Amore , di Contentezza e di Gioia , sarebbe di odio , di disprezzo , di derisione . Solo la mia sorella Concettina , lei solo voglio vedere , acciocché il mio esempio le sia sprone a rimanere sempre ferma nel suo proponimento di farsi Monaca , malgrado i grandi contrasti che dovrà sostenere in famiglia .
“ In quarto luogo le dico che dopo essermi Ordinato Prete , voglio farmi Religioso , o Gesuità a Malta , o di qualsiasi altro Ordine , e quindi sarò costretto ad abbandonare per sempre casa e parenti , patria e anche lei , padre mio , lei mio unico Bene Terreno , lei che Amo più di qualsiasi altro mio parente , perché l’unico che ha dei veri Sentimenti Religiosi .
“ Ma lei mi dirà : Come ! Dopo aver speso tanto denaro , dopo essermi tanto sacrificato per te , come ti regge il cuore di abbandonarmi ?… Oh Padre !… Grande , Infinitamente Grande e l’Affetto e la Riconoscenza che lei mi Legano ; ma molto più Grande è l’Affetto e la Riconoscenza che mi Legano a Dio ; quindi devo Seguire Dio e non lei , essendo Dio il nostro Unico Fine ” .
Immaginando poi di assistere alla lettura che il padre fa di quella lettera , ne previene gli effetti e prosegue : “ Perché a tale Annunzio è diventato così Triste e Pensieroso ? Quale effetto la costerna e l’affligge ? Comprendo , lei dirà tra sé : - io perdo un figlio . - No , non lo perde , ma lo ricupera , perché se ci separiamo per tutto il tempo di questa vita in terra ( se Dio lo vuole ) ci Ricongiungeremo Eternamente in Cielo . D’altronde Dio stesso nel cap. 19 del Vangelo di San Matteo dice : “ Chiunque avrà abbandonato la casa o i fratelli o le sorelle o il padre o la madre o la moglie o i figli o i poderi per Amore del mio Nome , riceverà il centuplo e possederà la Vita Eterna ” . “ Né creda che sia venuta meno la mia Vocazione : le posso assicurare il contrario , perché sono maggiormente convinto della vanità del mondo ” .
Qui la sua eloquenza assume una efficacia singolare , e soggiunse : “ Ma prima di tutto lei potrebbe dirmi : La tua Vocazione è vera ? Se la mia Vocazione non fosse vera , non avrei persistito a Confessarmi e a farmi la Comunione quasi ogni Domenica ; se la mia Vocazione non fosse vera non abbandonerei questa casa dove nulla mi manca ; se la mia Vocazione non fosse vera non abbandonerei gli studi che ho intrapreso , per mezzo dei quali potrei riuscire ingegnere meccanico , che è proprio la mia tendenza . E infine , se la mia Vocazione non fosse vera , dopo un anno che è già trascorso , e in cui sono stato a teatro , a passeggi , e in altri luoghi di divertimento , non avrei persistito nel mio proponimento e mi sarei dedicato al mondo ” .
Lumeggia poi Candidamente la sua Conversione : “ ora voglio palesarle la causa della mia Conversione . Lei ben si rammenta che prima di entrare nel collegio ero molto avverso ai miei Doveri Religiosi . Ebbene , entrato quivi , rimasi con i medesimi stolti principi . Però volere o non volere ero costretto di ascoltare la Messa e Confessarmi e fare la Comunione nelle Feste principali . Quindi a poco a poco mi andavo assuefacendo a quella maniera di vita , che del resto non mi riusciva tanto incomoda . Le continue e Sante Prediche del Direttore senza accorgermene facevano breccia nel mio cuore e mi stilavano Sentimenti Giusti e Santi . Quindi quell’avversità e quel disprezzo che avevo contro la Religione e i suoi Ministri , a poco a poco si andava cambiando in Amore .
Queste erano le principali cause che concorrevano alla mia Conversione ;
ma poi ce ne fu un’un’altra più grande . Un dì , che fu precisamente il 18 Maggio del 1880... ” .


FINE DELLA PARTE QUINTA - A -

LAUS DEO .

Pax et Bonum

Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano