Visualizzazioni totali

lunedì 9 gennaio 2012

il Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo : da monello a Santo - Parte Nona .





IL SERVO DI DIO
FRA GIUSEPPE MARIA DA PALERMO , 
CHIERICO E NOVIZIO CAPPUCCINO 
1864 - 1886 .

PARTE NONA



“ LE CATENE SI SPEZZANO ”

Quale fosse la vita del Servo di Dio in tale periodo di tempo è facile immaginare . Con la prospettiva della Vocazione innanzi agli occhi e con l’ansia per il ritardo Consenso del padre non poteva essere che vita tutta dedita alla Preghiera . Né la lotta che sosteneva gli faceva dimenticare le sue Opere di Pietà e di Carità .
Suo zio Vincenzo Barrile , presso il quale allora abitava , rimaneva Ammiratissimo ed edificato della sua condotta . Lo vedeva uscire tutte le mattine alle ore cinque per portarsi nella Chiesa delle Cappuccinelle , dove ascoltava varie Messe , partecipava alla Mensa Eucaristica e faceva lunga Orazione . Quindi durante la giornata si recava nelle Chiese dove c’era l’Esposizione del SS Sacramento , ed allorché le altre Chiese erano chiuse , frequentava la Cattedrale , dove , appagati i suoi Trasporti di Amore , si riduceva a casa sulle ore del desinare . La sera adunava intorno a sé tutta la famiglia e con modi attraenti Recitava con essa il Rosario con un fervore che eccitava a compunzione . Sovente li tratteneva in Discorsi Spirituali , che venivano seguiti con interesse , e narrava Fatti Edificanti , da attirare l’attenzione di tutti . Una volta quando Vincenzino s’era ritirato nella sua stanza , lo zio ebbe bisogno di dirgli qualche cosa ; ma quale fu la sorpresa , aprendo l’uscio , nel trovarlo innanzi al Crocifisso , tutto assorto nella Preghiera da Sembrare un Serafino ; e talmente stava inabissato nella Contemplazione , che non s’avvide di niente . Questa famiglia gli pose tanto Affetto , da riputarlo un Santo . Difatti , allorché l’ingegnere Diliberto scrisse al Barrile per ringraziarlo di quella ospitalità , gli rispose nei seguenti termini : “ Io no so cosa farei di questo Serafino di vostro figlio in casa mia . Eh ! Caro ingegnere , Ringraziate il Sommo Bene e la Madre Sua Maria Santissima d’avervelo dato . E’ una Gioia di figlio , tutto di Dio . Apprezza il mondo per quel che vale . Non parla che di Dio , di Maria di Paradiso . Ringraziatene , vi ripeto , il Signore e siate Contentissimo d’avere un Angelo che prega per voi ” .
Fortunatamente questa lettera venne conservata . Una nipote di lui , Rosa Diliberto ( figlia del fratello Silvestro ) , riferiva al scrittore di queste pagine nel 1913 le seguenti parole : “ Il Servo di Dio preferiva abitare presso questo zio al ritorno di Baida , perché vi trovava un ambiente conforme ai suoi gusti ed Inclinazioni Sante . Dopo il pranzo insieme col Barrile s’intratteneva in divotissimi discorsi sino a tarda ora perché erano anime che s’intendevano e s’infervoravano a vicenda . Vincenzino parlava spesso con efficacia delle Beatitudine del Paradiso , da sembrare che l’avesse gustato , e come suol dirsi lo faceva vedere e toccare con mano ” . In quel tempo si recava di tanto in tanto da Rosalia Diliberto , sua cugina paterna , ch’era ammalata e che poi morì dopo due mesi dalla sua partenza per Sortino ( SR ) . Andava per confortala a soffrire rassegnata e a saper cavare Frutti di Vita Eterna della sua malattia . Vi si tratteneva lungamente , poiché la poverina non poteva rassegnarsi a morire pensando allo sposo e ai figlioli . Ma una volta che stava in penosissime angustie per l’abbandono del Direttore Spirituale - che si trovava occupato in altre faccende - andò a visitarla Vincenzino . Nessuno assistette al colloquio che durò a lungo , ma il cambiamento dell’ammalata fu notevole . Divenne calma , le afflizioni di spirito si calmarono pure rassegnata guardava in faccia la morte . Difatti poco appresso diceva ad una sua confidente : “ Dirai al mio Padre Spirituale che il mio Spirito si è quietato ; ho avuto da Dio la Calma e sono Contenta di fare la Sua Santissima Volontà ; ho parlato con Vincenzino e sono Pronta a Morire ” .
A questo Piccolo Domatore di se stesso Dio Concedeva la Grazia di comunicare ad altri la Virtù e il Segreto di far tornare la Serenità in quelle anime , alle quali il diavolo o la debolezza della natura suscitava tempeste e turbamenti . Infatti altra volta in cui la stessa ammalata si doleva assai , egli con espressioni di viva fede le disse : “ Senti , tu muori per malattia , io vorrei morire d’Amore di Dio ” .
Ed era questo amore che sosteneva la lotta contro tutte le vicende avverse al suo ideale . Tenne duro e vinse . L’ultima lettera segnò d’avvero il suo trionfo . L’ingegnere Diliberto , perplesso fino all’ultimo momento , pensò in Roma di recarsi per consiglio dal Generale dei Padri Domenicani , dei quali era amico . Ma costui , non sapendo come decidere , lo rimise al Generale dei Padri Cappuccini , il quale a sua volta , non conoscendo con precisione la faccenda , lo lasciò libero di decidere a sua volta , secondo quel che Dio gli avrebbe Ispirato . Egli temeva soprattutto per la complessione di Vincenzino . Ritiratosi in casa , si mise a Pregare , e
Dio gli Ispirò di Piegarsi ai desideri di Vincenzino e infatti con la lettera del 1° Gennaio 1885 l’autorizzò a recarsi a Sortino , dando disposizione nello stesso tempo a suo fratello Giuseppe di provvederlo dell’occorrente . Può immaginarsi la gioia e al soddisfazione di Vincenzino , che subito scrisse al padre Nicolò : “ Sia sempre Lodato e Benedetto Dio che per mezzo di lei mi ha dato si grande consolazione . Non posso esprimerle quanto cara mi giungesse questa sua Lettera , la quale dopo tanti contrasti mi porta alfine il sospirato permesso di farmi Cappuccino… Come potrò mai , io miserabile peccatore , ricambiarle tanto beneficio ? Non altrimenti che Pregando Dio per lei . D’altra parte Dio , che ha scritto nel Libro della Vita il Beneficio che m’ha fatto , un giorno saprà ricompensarlo secondo la sua grande liberalità ” .
Non pensò più che a fare le sue valigie e a licenziarsi dai parenti . Si recò principalmente al Seminario e fu commovente l’addio che si ebbe dai superiori che lo conoscevano appieno e dai compagni che ne avevano ammirato la Virtù . Ad uno che in particolare ne aveva subito il fascino e rimaneva troppo afflitto disse : - Non ti prenda dolore se me ne vado , ti resta Dio .
Alcuni gli dicevano : - Ma come , Vincenzino , parti in Gennaio e con questo freddo vai ad indossare la Tunica , i Sandali e a stare coi Piedi Nudi ? - Il freddo passa - egli rispose - il caldo passa , ma l’Eternità non passa mai !
Lasciò la sua Palermo il 28 Gennaio 1885 , accompagnato dal fratello Silvestro . Anelava al Dolce Nido , sì a lungo e ardentemente bramato , e quindi nel viaggio da Palermo a Siracusa non badò a nulla , assorto com’era nel suo Santo Ideale . La sera pernottarono in Catania , e poiché Sortino dista parecchie ore da Siracusa , l’indomani , scesi dal treno in Siracusa , vi si avviarono noleggiando una vettura . In Sortino si presentarono al Padre Eugenio Scamporlino , figura Eccezionale di Frate ,che nei torbidi della rivoluzione del 1860 aveva sfidato la persecuzione e il carcere . Di aspetto maestoso ma apparentemente duro , aveva un Cuore d’Oro e godeva dovunque una Stima Altissima nella Sicilia orientale , specialmente per la Predicazione degli Esercizi Spirituali al popolo , nei quali era Insuperabile .
Quando si vide innanzi i nuovi arrivati li fece rifocillare , quindi disse a Vincenzino :
- So che avete dovuto lottare molto per rendervi Cappuccino ; qual’é lo scopo che vi muove ?
- Per salvare l’anima - rispose egli subito .
- Avete sbagliato , figlio mio - riprese quello con l’abituale serietà che lo distingueva - voi non potete sostenere i rigori della nostra vita , perché qui si va Scalzi , coi soli Sandali , si Mangia talvolta a terra in Ginocchio e si è soggetti a vari Rigori .
- Questo è quello ch’io cerco - riprese Vincenzino , che invece di turbarsi sentiva dilatarsi il cuore .
Il suo Viso del resto e l’accento di soddisfazione con cui s’esprimeva manifestavano più delle parole stesse .
 
FINE DELLA PARTE NONA .

LAUS DEO .

Pax et Bonum

Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano
__________________________________________________________________

FONTE : PADRE SAMUELE CULTRERA OFM CAPPUCCINO
Da Monello a Santo - Vincenzino Diliberto
II Edizione EDIZIONI PAOLINE 1959
__________________________________________________________________

Per Ulteriori Informazioni sul
Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo
Visitare il Sito :
www.fraticappuccini/fragiuseppemaria