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mercoledì 30 ottobre 2013

IL SANTO PAPA PIO X , TERZIARIO CAPPUCCINO - PARTE QUINTA .


IL SANTO PAPA
PIO X
 TERZIARIO CAPPUCCINO


TERZIARIO FRANCESCANO 
Tuttavia la vita di Pio X fu intonata al più PURO SPIRITO FRANCESCANO . Lo SPIRITO FRANCESCANO CHE E GLI AVEVA IMBEVUTO NELL’INTIMO FAMILIARE fu la norma costante della sua prima giovinezza , FORMO’ il carattere del Sacerdote modello , divenne l’Apostolato del Ministro delle anime , infiammò il Ministero Pastorale del Vescovo e del SUPREMO GERARCA DELLA CHIESA . 

< PAUPER ET HUMILIS CORDE >
Pauper et dives , mitis et humilis corse è stato scolpito sulla sua tomba nelle grotte della Basilica Vaticana : ed è lo stesso elogio che la Chiesa canta , nella sua liturgia da sette secoli a San Francesco nel giorno Solenne della su Festa : Franciscus pauper et humilis dives coelum ingreditur .

Figlio giovinetto il Sarto si ERA FORMATO ALLA SCUOLA DELLE VIRTU’ SERAFICHE , PRIMA DI TUTTO NEL SANTUARIO DELLA FAMIGLIA . 
La sua buona mamma Margherita era Terziaria Francescana ancora prima di sposarsi , e quando si sposò il suo affetto alla SANTA MILIZIA crebbe ancora di più .
Essa pose la sua famiglia SOTTO LA PROTEZIONE DEL GRAN SANTO D’ASSISI 
RIPROMETTENDOSI DI FARE DEI SUOI FIGLI ALTRETTANTI SOLDATI DELLA SERAFICA MILIZIA .
In generale le inclinazioni , le tendenze , gli affetti dei giovani son quelli che i genitori sanno suscitare nei loro cuori . Margherita Sanson fu una FORMATRICE AMMIRABILE del cuore del suo figlio Giuseppe .
E Giuseppe della pia madre IMPARO’ A RIVESTIRSI DEL SUO SPIRITO E PRATICARNE LE VIRTU’ . 
ANIMA FRANCESCANA E’ STATO CHIAMATO PIO X ED A RAGIONE , PERCHE’ TALE FU PER NATURALE BONTA’ , TALE LO PLASMO’ LA MAMMA CHE , VENUTA SU ALLLA SCUOLA DEL DOLORE E DEL LAVORO , TRASFUSE NELL’ANIMO DEL CARO FIGLIO LA VIRTU’ DEL SACRIFICIO E DELLA RASSEGNAZIONE . 
  
< TERZIARIO DAL 1870 >
Il Sarto abbracciò il TERZ’ORDINE molto tempo prima che Leone XIII , con le sue famose Encicliche , bandisse la santa crociata a FAVORE DELLA MILIZIA SERAFICA . Infatti vestì l’ABITO DEL TERZIARIO nel 1870 a Treviso , quand’era Parroco di Salzano , per mezzo di Don Onorato Bindoni , uno zelantissimo Sacerdote CHE FU IL PIU’ARDENTE PROPAGATORE DEL TERZ’ORDINE e , per lo zelo del quale , quasi tutti i Sacerdoti della Diocesi di Treviso , si iscrissero nel Terzo Ordine Secolare . Traggo da un bello scritto del Padre Bernardino da Cittadella Cappuccino queste preziose notizie su Pio X Terziario Francescano : << A Salzano curava con amore particolare la Serafica Milizia , di cui aveva due fiorenti Congregazioni , una di uomini e l’altra di donne >> .

< COME VESCOVO >
<< Vescovo di Mantova non solo zelava la diffusione del Terz’Ordine ma egli stesso assisteva alle adunanze delle Congregazioni ed indusse molti Sacerdoti a VESTIRE LE SERAFICHE LANE . E non è senza significato la visita che egli fece ad Assisi nel ritorno da Roma , dopo la sua Consacrazione Episcopale ; volle venerare la tomba del Serafico Poverello ed invocare la protezione del Padre pregando per sé e per le pecorelle affidate alle sue cure . Quanto egli amasse il Terz’Ordine e fosse persuaso della sua efficacia per la vita cristiana , lo dimostrano le ordinazioni del Sinodo Diocesano di Mantova del 10 Settembre 1888 , nelle quali esplicitamente non solo ricorda , ma si raccomanda la diffusione del Terz’Ordine della Penitenza per la verace pratica del Santo Evangelo tra il popolo cristiano .

< COME PATRIARCA >
Cardinale Patriarca di Venezia continuò il suo amore e la sua sollecitudine per il Terz’Ordine e ne è documento la Lettera Pastorale emanata il 15 Maggio 1901 , nella quale , dopo aver riportato lunghi tratti riguardanti il Terz’Ordine , della ENCICLICA DI LEONE XIII AUSPICATO CONCESSUM , scriveva : << Ora quantunque il Terz’Ordine di San Francesco anche in questa città sia largamente diffuso , pure ad infervorare i buoni veneziani a professare la Santa Regola , si terranno da vari oratori in varie Chiese delle conferenze per farla maggiormente conoscere ; e perciò prego i Rev. Parroci onde eccitano i fedeli a concorrere a queste religiose adunanze per rispondere più numerosi all’appello del Sommo Gerarca . Il Terziario Francescano facendo SOLENNE PROMESSA di militare sempre e dovunque sotto la BANDIERA DI GESU’ CRISTO E DI OSSERVARNE I PRECETTI sarà il più valido apostolo per combattere non solo i vizi che deploriamo ma tutto che possa offendere il nostro Redentore amoroso . Iscrivetevi per tanto o dilettissimi al Terz’Ordine >> .

< COME PAPA >
<< Vicario di Cristo , si prese a cuore non solo la diffusione del Terz’Ordine , ma la formazione dei Terziari , la direzione delle Congregazioni e la loro organizzazione in relazione alla loro natura e finalità . Ai Terziari Veneti riuniti in Congresso a Vicenza il 29 Aprile 1909 scriveva :
<< Il Terz’Ordine secolare istituito da San Francesco , anche oggidì è di una meravigliosa opportunità a RIFORMARE i costumi del popolo con sapienza cristiana , perciò dovunque si lavora perché esso maggiormente si dilati e rifiorisca , ivi possono giustamente ripromettersi ottimi frutti di comune salute >> . << Nella lettera Apostolica al Ministro Generale dei Minori in occasione del VII° Centenario del I° Ordine parla pure del Terz’Ordine : << nato per restaurare la santità dei costumi di tutto il popolo cristiano , poiché abbraccia l’uno e l’altro sesso e non esclude nessuno stato e condizione di vita >> ; accennando alle celebrazione centenarie soggiungeva : << Ma specialmente noi vorremmo che da queste solennità riavesse incremento il Terz’Ordine >> . 
E ricordando quanto fece LEONE XIII per la SERAFICA ISTITUZIONE insisteva : << Noi cogliendo questa bella occasione insistiamo nello stesso proposito del Nostro predecessore e voi tutti quanti siete , ai quali sta a cuore la GLORIA di San Francesco ed insieme la comune salvezza , caldamente esortiamo ad usare ogni influenza affinchè molti altri si ascrivano a questo Terz’Ordine e quelli che già sono ascritti si mostrino degni discepoli di un tanto MAESTRO >> .
<< In una lettera allo stesso Ministro Generale del 5 Maggio 1909 , dopo aver ringraziato i Terziari per le preghiere e le offerte per il suo Giubileo Sacerdotale scriveva : << Faccia loro comprendere che a Noi nulla riusciva più gradito quanto il saperli scrupolosi OSSERVANTI della REGOLA del Terz’Ordine , poiché con ciò essi presteranno un prezioso aiuto a quella RESTAURAZIONE DI OGNI COSA IN CRISTO la quale , sin dal principio del Nostro Pontificato è la Nostra costante preoccupazione >> . 
 << Dopo aver ricordato l’opera e le speranze di LEONE XIII per il Terz’Ordine , affermava : << E noi eredi di questa speranza , siamo convinti che ciò che Egli ha stabilito merita di essere sviluppato in tutti i modi , perciò ripeta ai Terziari le Nostre parole , ricordi loro con insistenza ciò che da essi esigono e la loro propria utilità e la salute altrui ; li esorti a procedere in guisa che possano realizzare , con l’aiuto di Dio , l’aspettazione che la Chiesa e Noi abbiamo fondato su essi >> .
E come segno e monumento perenne della sua benevolenza ed amore stabilì in perpetuo la comunicazione del Terz’Ordine di tutti i BENI SPIRITUALI del Primo e Secondo Ordine Francescano . E quando riceveva in udienza i Terziari Francescani non solo li chiamava col dolce nome di CONFRATELLI ma ancora di SUOI VERI COOPERATORI NELLA RESTAURAZIONE DELLA SOCIETA’  IN CRISTO . 


< COME INTENDEVA IL TERZ'ORDINE >
<< Finalmente nella importante Lettera Apostolica diretta l’8 Settembre 1912 ai tre Ministri Generali dell’Ordine Francescano tratta << sul modo di disciplinare certamente il Terz’Ordine affinchè in NESSUNA COSA ABBIA A DEVIARE DALLA SUA NATURA >> . << In essa il Papa , dichiarati la natura e il fine del Terz’Ordine , traccia il programma di VITA del Terziario in CONFORMITA’ alla REGOLA di cui esalta il CARATTERE SPIRITUALE ; afferma che lo SPIRITO FARNCESCANO DEVE ESSERE IL LIMITE DA CUI SI SVILUPPANO LE PIU’ BELLE VIRTU’ CRISTIANE . Inoltre da norme precise per la organizzazione e direzione delle Congregazioni e Congressi >> . 


TESTO TRATTO - IL SANTO PAPA PIO X - OPERA DELLE BIBLIOTECHE FRANCESCANE
ALESSANDRO FRANCINI BRUNI 
UNIONE FRANCESCANA VIA DEI CAPPUCCINI 28 - FIRENZE . 1936 

 
                                              LAUS  DEO 

                                             Pax et Bonum


                             Francesco di Santa Maria di Gesù
                                       Terziario Francescano

martedì 22 ottobre 2013

IL SANTO PAPA PIO X , TERZIARIO CAPPUCCINO - PARTE QUARTA .

  
IL SANTO PAPA
PIO X
TERZIARIO CAPPUCCINO

 LA FIAMMA ARDENTE .

Abbiamo inteso mostrare come tutta santa la vita dell’uomo . Dobbiamo ora dimostrare che la SANTITA’ del Papa non fu da meno . Quella che lo stile protocollare chiamò Santità come termine d’un denominatore comune per tutti , fu in Pio X SANTITA’ VERA , fiamma cocente , che investì , mise in foco la PERFEZIONE INFALLIBILE E DEL SOMMO SACERDOZIO . 
Gl’ignis ardens come figurazione della PROFEZIA di SAN MALACHIA , INSERITO NEL STEMMA DEL PAPA , 
significa la somma delle opere Pontificali compiute nei dieci anni del suo governo , alcune delle quali d’importanza incommensurabili nello spazio e nel tempo . 
Ci fu chi disse a Pio X , quando si scherniva dall’accettare il Papato , accusando la sua insufficienza e l’ignoranza delle lingue straniere : Il Signore vi illuminerà .  
Queste parole ci fanno venire in mente che anche Pietro e gli Apostoli furono investiti dallo SPIRITO SANTO quando uscirono dal Cenacolo e cominciarono la loro FRUTTUOSA PREDICAZIONE non sapendo altra lingua che la loro . Chi vaticinò questo vide assai chiaro nel futuro . Pio X ebbe , in sommo grado , l’ASSISTENZA DELLO SPIRITO SANTO . 
Ed è questo che non fallì mai , per questo che riuscì uno dei più GRANDI PONTEFICI .
Uno sguardo alle sue opere conferma pienamente questa opinione . La Comunità dei Cristiani aspettava da lui parole di verità e di vita .  Ed egli , col coraggio che dà la fiducia illimitata nell’aiuto di Dio , annunziò il suo Programma con le grandi parole di San Paolo :  Instaurare omnia in Christo . 
<< Poniamoci all’opera - dice nella sua prima Enciclica - appoggiati alla virtù di Dio , proclamando di non avere , nel supremo Pontificato , altro programma se non quello di restaurare ogni cosa in Cristo , affinché Cristo sia tutto in tutti >> . Non è neppur di pensare - a meno di essere degli stolti - di trattare in queste poche righe tutte le GRANDI OPERE che Pio X ha compiuto per il bene della Chiesa . Accenneremo soltanto le più salienti . Non vi è campo di giurisdizione ecclesiastica in cui no siasi fatta sentire la sua mano energica ed esperta . Per farsi un’idea esatta dell’opera ammirabile di restaurazione da lui compiuta , basti dire che della raccolta degli Atti Ufficiali della Santa Sede risultano pubblicate , dal 4 Agosto 1903 al 20 Agosto 1914 , ben tremila trecento ventidue documenti , diretti al fine dell’Apostolato della restaurazione .

< LE GRANDI ENCICLICHE > 
Di questi Atti che ebbero più grande risonanza nel mondo sono : L’Enciclica << Instaurare Omnia >> , la prima del suo glorioso Pontificato , annunziata il 4 Ottobre 1903 , nemmeno due mesi dopo la sua elevazione alla tiara ; il Motu Proprio sulla Riforma de Canto Gregoriano che il Papa volle far coincidere con la celebrazione del XIII° centenario dalla morte di San Gregorio Magno ; il decreto per la Codificazione del Diritto Canonico , l’Enciclica sulla separazione della Chiesa dallo Stato in Francia e in Portogallo ; il rescritto per l’insegnamento religioso al popolo ; i due decreti sulla Santissima Eucaristia e sulla Comunione dei fanciulli ; l’Enciclica sulla partecipazione dei cattolici italiani nella vita pubblica ; il Sillabo e l’Enciclica sul modernismo ; il decreto per la revisione della Volgata e per la riforma del Breviario . E’ una mole immensa di lavoro che avrebbe spaurito chiunque e non è che una parte , la più importante , ma una parte . 
Compiuto nel breve spazio di dieci anni , questo lavoro è PRODIGIOSO . << E’ caratteristica di questo Pontefice - scriverà il citato P. Albrecht , - l’avere intrapreso Opere il cui pieno svolgimento richiederà non solo decine di anni , ma centinaia . Pio X non appartiene agli uomini moderni che tutto affollano e condensano nel breve spazio della loro vita mortale . Egli estende i suoi disegni e i suoi calcoli fino nell’eternità >> . 
Tuttavia , non subito né unanimemente fu riconosciuto . Al contrario fu osteggiato , deriso e perfino vilipeso dagli avversari , l’Apostolo e l’Apostolo . Come suole avvenire , la grande personalità di Pio X fu riconosciuta dai suoi detrattori soltanto dopo la morte .  
E , bisogna aggiungere , man mano che il TEMPO PASSA , SEMPRE LA SUA FIGURA GRANDEGGIA .
Degli Atti Pontificali che abbiamo citati , alcuni , lo ripeto , hanno una importanza universale , decisiva . 

< INSTAURARE OMNIA… > 
L’Enciclica << Instaurare… >> è basilare . Tutti gli Atti che vengono dopo di essa riboccano dello stesso grande pensiero , mirano ad attuare il gran piano di rinnovare tutto in Cristo , ricondurre l’umanità alla soggezione di Dio . A questa finalità convergono in modo ammirabile e particolarmente efficaci l’Enciclica per la Santa Comunione , quella per l’insegnamento religioso al popolo , l’Enciclica sul modernismo , l’esortazione al clero cattolico . 

< LA SANTA COMUNIONE >
Pio X è stato chiamato per l’antonomasia il << Papa della Comunione frequente >> .
Infatti , è l’Apostolato che fu più caro al suo cuore . Si può dire che questo amore fu la polpa sostanziale del suo Sacerdozio . La riforma di lui introdotta nella vita Eucaristica è di una estensione e d’un benefizio che nessuno arriva a misurare . 
Per suo ORDINE , il 20 Dicembre 1905 veniva promulgato il Decreto , sulla Santa Comunione quotidiana , che richiamava all’osservanza del decreto in materia , promulgato dal Concilio di Trento . Il quale consigliava che i fedeli , ascoltando ogni giorno la Messa , anche si comunicassero . La pratica , andata in disuso , non era stata mai abrogata , né modificata dalla Chiesa . Ma questa iniziativa di Pio X non si fermava qui . Essa prescriveva anche che i fanciulli ammessi alla prima Comunione , la rinnovassero frequentemente . Spavento dei circoli quietisti e abitudinari , che , nella riforma di Pio X vedevano il sovvertimento di una usanza inventerata ! Ma c’è di più . La questione dell’età dei fanciulli , per essere ammessi alla prima Comunione , non era stata mai definita . Ogni regione seguiva consuetudini particolari d’ambiente . Il limite d’età variava secondo usanze tradizionali . Così mentre in alcuni luoghi i bambini venivano ammessi alla prima Comunione a 12 , 13 ed anche a 14 anni , in altri questo limite d’età veniva abbassato fino agli otto e anche a sete anni . Venne il Decreto di Pio X e questa difformità d’uso e d’opinione cessò di colpo dappertutto . L’ordinanza Papale stabiliva che i bambini potevano fare la prima Comunione nell’età di discrezione , che è quanto dire l’età , in cui il fanciullo sa distinguere il Pane Eucaristico dal pane ordinario e corporale e può quindi accostarsi con devozione all’Altare . E in questo Pio X si faceva forte delle parole di San Tommaso d’Aquino : << Allorchè i fanciulli cominciano ad avere un certo uso della ragione , in maniera da poter concepire della devozione per l’Eucaristia , questa si può amministrare loro >> .
Quando sancì questa regola , Pio X aveva per sé l’esperienza dell’uso della discrezione della fanciullezza - anche quella meno precoce - da un gentile episodio occorsogli quand’era Patriarca di Venezia .  
Il Patriarca ricevette un giorno una mamma con una bambina . La piccina che non aveva che sette anni veniva a chiedere il permesso di far l’indomani la Comunione . Il Cardinale le fece una sola domanda : - Quante nature vi sono in Gesù Cristo ? - Due - rispose pronta la bimba - la natura Divina e la natura umana . Il Cardinale si volse senz’altro al suo segretario e gli disse : - Scriva al parroco di San Silvestro che domani ammetta questa piccina lla prima Comunione . Io stesso la Comunicherò . << I decreti Eucaristici di Pio X - scrive il Bazin - sono uno dei più grandi atti del Papato di tutti i tempi . Li dobbiamo chiamare OPERA DI GENIO >> . Il Bazin ci da questa pagina commovente : << Una delle testimonianze più commoventi di riconoscenza della bontà del decreto Eucaristico la diede al Papa un pellegrinaggio di 400 fanciulli francesi . I piccoli furono ricevuti dal Santo Padre nella Cappella Sistina ; ed essi , fatti arditi dalla bontà del Pontefice , accostatisi a lui , lo toccavano e gli dicevano : Santo Padre , guarite mia sorella ! Convertite mio padre . Santità , voglio farmi prete . E Pio X , che era commosso fino a piangerne , rideva fra le lacrime e li accarezzava . Poi diede a ciascuno una medaglia d’argento dov’era scritto : << cattolici e francesi sempre . Dio protegga la Francia >> .

< IL CANTO LITURGICO , LA MUSICA SACRA… > 
Nei primi mesi del Pontificato il 22 Novembre 1903 , festa di Santa Cecilia , Pio X firmava il Motu Proprio della Musica Sacra che egli stesso chiamava << Il Codice giuridico della musica sacra >> . 
Egli nel 1895 , quand’era Patriarca di Venezia , aveva emanato norme per richiamare , nelle Chiese della sua diocesi , la musica e il canto liturgico alle pure tradizioni della liturgia , da Papa in pienezza di AUTORITA’ , intese disciplinare finalmente tutta la musica di Chiesa .
Per la stretta unione che ha con la liturgia e col testo liturgico , la musica sacra deve avere in sommo grado tre qualità : santità , bontà dell’arte , universalità . Ora , con l’alterazione del gusto e col funesto influsso dell’arte profana e teatrale , la musica sacra era degenerata , divenendo ignobile , frivola e perfino sensuale . Queste adulterazioni erano difficili a sradicarsi .  
Ma anche di questo Pio X non si sgomentò . Gli abusi , le riluttanze non lo impressionarono . Deplorando le infiltrazioni profane , proscrisse la musica volgare e inquinatrice della Santità della Chiesa e volle che fosse riportato in onore il vero il VERO CANTO LITURGICO , che prese il nome di San Gregorio Magno , che eleva lo spirito e infervora l’anima , destando l’ammirazione dei vari cultori della disciplina musicale e dei fedeli . Costituì commissioni speciali per l’edizione genuina del canto liturgico e fondò la SCUOLA SUPERIORE DELLA MUSICA SACRA . Indi , per provvedere alla Chiesa Romana e a tutte le Chiese del Rito , con testo comune delle melodie gregoriane liturgiche , decideva di far intraprendere dalla Tipografia Vaticana la pubblicazione dei libri liturgici contenenti il canto gregoriano . Dava incarico ai Monaci Benedettini della Congregazione di Francia e del Monastero di Solesmes della redazione delle parti che contengono il canto . La riforma ebbe il mirabile risultato di unificare il canto nelle Chiese di tutto il mondo . Chi , anche una volta , si è sentito venire i brividi e il pianto alla gola ascoltando la Messa degli Angeli , la Salve Regina nell’officiatura del Coro , la liturgia della Passione e l’Officio dei Morti , così soltanto può giudicare e dar ragione a Pio X della sua riforma . La riforma incontrò il plauso entusiastico di quanti sono intelligenti e cultori delle pure armonie , che la pietà degli antichi compose quali interpreti fedeli della Sacra Liturgia . Nel 1904 il Papa tenne un solenne pontificale in San Pietro . Grande era la gioia del Pontefice nel poter dare di nuovo alla Chiesa questa parte importantissima ed essenziale della liturgia . L’effetto di quel CANTO MISTICO E SUBLIME , eseguito magistralmente da mille quattrocento allievi dei collegi di Roma , restò indimenticabili .

< ...E DON LORENZO PEROSI >
Fu fortuna di Pio X di aver trovato un interprete della sua volontà e un collaboratore prezioso di Don Lorenzo Perosi . D’altro canto più grande ancora fu la fortuna per il Perosi di aver trovato in Pio X il suo benefico protettore . Fu infatti il Sarto , allorquando era Vescovo di Mantova , che spronò il giovane prete a continuare per la splendida via , per la quale lo chiamava la natura . E fu sempre Pio X che lo confortò a seguire la sua Vocazione ecclesiastica e ad iniziarlo agli Ordini Sacri e progettarlo e aiutarlo negli studi . Quando poi il Cardinal Sarto divenne Patriarca , il Perosi fu da lui chiamato a Venezia ; e quando il Sarto fu eletto Papa , lo volle ancora con sé a Roma dove gli affidò la direzione della Cappella Sistina .

< LA CONDANNA DEL MODERNISMO >
 La SAPIENZA e il CORAGGIO di Pio X culminarono nella condanna del modernismo .
Il modernismo , eresia serpeggiante già sotto i pontificati di Pio IX e Leone XIII e da questi colpito di condanna , toccò il massimo dell’esasperazione ed ebbe il più grande travaglio sotto il pontificato di Pio X
Fu allora che esso sferrò la più grande offensiva che mai avesse sferrata , sembrando essersi collegate contro la dottrina cattolica le potenze malefiche di tutta l’Europa . L’eresia modernista mirava a sradicare l’edificio della Chiesa attaccandola nel suo MINISTERO INFALLIBILE , nell’autorità dei suoi libri , nella verità dei suoi Dogmi , nella disciplina del clero . Ed era tanto più insidiosa inquantochè ostentava la più grande deferenza per le persone e il maggior rispetto per l’Istituto della Chiesa . Anzi con esibizioni d’una certa unzione insinuava di volersi fare zelante difesa del bene contro il male e attivo coefficiente dell’incremento della Chiesa stessa . Intanto insinuava il discredito , introduceva sofismi , ingombrava il terreno di teorie ereticali , ingenerava incertezze e confusioni , traendo in inganno così gli ingenui e i semplici come gli uomini di scienza e meglio agguerriti . Il secolo di Lutero , il giansenismo , l’enciclopedia , la rivoluzione francese avevano sferrato i loro assalti contro la SANTITA’ DELLA CHIESA . Ma pochi secoli come il XIX° atterrarono con maggior pervicacia il domino di Dio ; ma i suoi nemici serrati si erano serviti con più abilità di tutti i mezzi atti allo scopo , letteratura , arte politica , filosofia . Pio X avvertì prontamente il pericolo e con l’Enciclica 
<< Il fermo proposito >> del’11 gennaio 1905 , costituì l’opera ufficiale dell’Azione Cattolica , che estese anche alla Francia , all’Inghilterra , alla Germania , alla Polonia ecc. Tutti questi provvedimenti valsero a destare un mirabile risveglio di fede nel clero e nel laicato straniero . Ma non bastavano a combattere il modernismo . 
Anzi l’eresia sembrava fatalmente rinvigorirsi . Allora il 3 Luglio 1907 comparve il Decreto del Sant’Uffizio nel quale venivano condannate 65 tesi sopra la dottrina della Chiesa , il contenuto di verità delle Sacre Scritture , sopra la Fede e la Rivelazione , sulla Persona e l’opera di Cristo , sui Sacramenti , sulla costituzione della Chiesa e sulla immutabilità e pregresso della Dottrina Cristiana . Ma l’opera del Papa non si limitò a questo . Più tardi il 7 Settembre dello stesso anno , con una ispirazione che trae origine dalle FONTI DELLA VERITA’ , con un CORAGGIO che pare stupefacente , lanciò la più potente delle sue Encicliche << Pascendi dominici gregis >> . 
Questa Enciclica ha la potenza investitrice d’una catapulta . Il testo in 95 pagine svela l’estrema abilità degli avversari . Come il modernismo aveva attaccato la Chiesa nella sua autorità di depositaria della tradizione e maestra di verità , così l’Enciclica Papale condannava il modernismo in tutte le sue manifestazioni , lo arrivava nei più reconditi laberinti
E << dove il modernismo già si era annidato in qualche angolo della Chiesa , Pio X , sull’esempio del Salvatore Divino , dà di piglio al ventilabro e caccia via senza pietà i venditori e i compratori che profanavan la Casa di Dio >>
Fu una meravigliosa disposizione della Divina Provvidenza che il colpo mortale alla falsa scienza moderna fosse inferto da colui che non pochi avevano giudicato un Parroco di campagna , messo per forza sulla Cattedra di San Pietro . Le opposizioni furono tremende . Il mondo rigurgitava d’invettive taglienti contro l’Enciclica e il Papa che veniva accusato di reazionario , oscurantista e avversatore delle conquiste del genio scientifico nel campo della critica e della cultura . Ma il tempo detronizzò questi tiranni acciecati e superbi e diede piena ragione alla chiaroveggenza di Pio X
Fu insigne fatica , lotta gigantesca quella sostenuta dal GRANDE PONTEFICE per rintuzzare il modernismo e ridurlo all’impotenza . L’esito finale non fu semplicemente una vittoria , fu un trionfo . 
L’Enciclica << Pascendi >> , un monumeto di SAPIENZA e di SAGGEZZA , stroncò l’eresia alle radici .

< IL CODICE DI DIRITTO CANONICO >
Fra le opere più grandi del Pontificato di Pio X c’è la compilazione del codice di diritto canonico . Con l’andar dei secoli le leggi della Chiesa cattolica si erano talmente moltiplicate e aggrovigliate che anche a coloro che avevano pratica del diritto canonico accadeva di ignorare se in questa materia di contesa esistevano particolari giudicature che potessero far testo . Quindi il generale desiderio dei canonisti che la Sede Apostolica pubblicasse un codice canonico a somiglianza dei codici civili per le civili ligislazioni . La Provvidenza , anche questa volta , volle che adempiesse il voto la mente illuminata di Pio X .
La direzione dell’immenso lavoro fu affidata alla mente poderosa del cardina Gasparri . Senonchè Pio x morì prima che la grande opera fosse terminata e la promulgazione del codice di diritto canonico fu fatta dal successore Benedetto XV . Il 1° Dicembre 1916 Benedetto approva il nuovo codice con queste espressione : 
<< Il Signore voleva riservare il merito e la gloria di questa OPERA al nostro Venerato Predecessore . Che se non gli concesso di condurla a termine , pur tuttavia deve egli solo ritenersi l’autore di questo codice per il quale il suo nome resterà illustre nei secoli avvenire come quello di Innocenzo III , d’Onorio III , di Gregorio IX , PONTEFICI CHIARISSIMI NELLA STORIA DEL DIRITTO CANONICO . Ci conforta però la speranza che anche dal Cielo Pio X possa allietarsi dell’opera sua >> .
La codificazione , con grande ammirazione del mondo dei dotti , fu in gran parte compiuta dal Cardinal Gasparri in soli 14 anni e naturalmente formò la maggior gloria dell’insigne Segretario di Stato di due Papi , Benedetto XV e Pio XI . Questi furono gli Atti e le date più rilevanti del Pontificato di Pio X .

< PRECURSORE DELLA CONCILIAZIONE >
Nel campo più strettamente politico il tatto e la saggezza del Papa furono messi a prova nei rapporti con le autorità italiane e nelle varie circostanze . Prudente , conciliativo , deferente usò e sempre consiglio rispetto alle autorità costituite , ben sapendo che ogni POTERE viene da DIO . Sapeva poi ben distinguere fra persone e principi e quindi se spesso la sua carità lo spingeva a transigere con quelle , non transigeva coi principi . E se trattò sempre da gentiluomo con coloro che erano agli antipodi delle sue idee , non sacrificò mai queste e la verità , come tutti gli uomini che hanno convinzioni nette e precise , la disse sempre in faccia a tutti . Fin dal principio del suo Pontificato era assai preoccupato riguardo alla situazione ostile e penosa nei rapporti con l’Italia , non dipese certo da lui . Con la famiglia reale e con gli altri principi della Casa Savoia fu sempre in ottimi rapporti e , quando , dopo l’ascensione al trono , Vittorio Emanuele III fece la sua visita ufficiale a Venezia , il Cardinal Patriarca andò ad ossequiarlo , ricevuto con precedenza assoluta e con gli onori dovuti al suo grado . All’annunzio dell’esecrando delitto compiuto a Monza la sera del 29 Luglio 1900 sulla augusta persona del Re Umberto , il Cardinale Sarto ordinò funzioni d’esequie in tutte le parrocchie dipendenti e il 4 Agosto ordinò solenni funerali nella Basilica di San Marco che riuscirono imponentissimi . Lo stesso Patriarca diede l’assoluzione al tumulo . Tale il Pontificato di Pio X veduto appena in iscorcio .
E non avesse fatto che questo ce n’è quanto basta per ricoprire di gloria non uno ma più Pontificati . Bellissimo il giudizio su Pio X da Emilio Ollivier . Uscendo un giorno dall’udienza privata concessagli dal nuovo Pontefice , l’antico ministro di Napoleone III , espresse le sue impressioni con parole entusiastiche : << Un vecchio amico - disse - poteva trattarmi così . Dignità regale , affabilità incantevole . Ciò che mi ha colpito sono le qualità superiori della sua intelligenza . Intelligenza fatta di chiarezza , di luce , di precisione , e quel che mi ha colpito ancora di più è la sua bravura . Egli possiede la vera bravura , dolce calma , priva di spavalderia . Egli non griderà mai non possumus ; ma quando dovrà dirlo lo dirà con voce sommessa e , quando l’avrà detto , lo manterrà sempre >> . 


TESTO TRATTO - IL SANTO PIO X - OPERE DELLE BIBLIOTECHE FRANCESCANE 
ALESSANDRO FRANCINI BRUNI 
UNIONE FRANCESCANA , VIA DEI CAPPUCCINI 28 - FIRENZE . 1936 .



LAUS  DEO 

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano 
 

sabato 12 ottobre 2013

IL SANTO PAPA PIO X , TERZIARIO CAPPUCCINO - PARTE TERZA .


IL SANTO PAPA
PIO X
TERZIARIO CAPPUCCINO

LA CARITA’ DEL BUON PASTORE 

Carità evangelica esclusivamente dell’uomo di Dio , esercita senza sussiego ed anzi il più delle volte in segreto e con effetti sorprendenti .
Il Sarto fu di una tenerezza inesauribile verso gl’infelici , gli sventurati e i sofferenti nel corpo ma ancor più volse la carità a salvare le anime cadute e pericolanti . Charitas Christi urget nos .
Da Cappellano e da Parroco esercitò il Ministero - come devono esercitarlo tutti i Pastori delle anime per il bene spirituale e materiale dei Parrocchiani - come paterna carità , con sacrificio e con fiducia perenne nel ricambio della Provvidenza , nel rincalzo immancabile del Signore . Poiché se pensò che Cristo , benedicendo , aveva specialmente inteso di benedire i poveri in spirito , si sarà poi detto - il Santo Curato - che non della sola parola di Dio può vivere questo nostro povero corpo . E perciò ricco , quanto si può immaginare , di beni spirituali e viceversa poverissimo di beni terreni . Don Giuseppe spendeva le scarse risorse della Parrocchia a soccorrere la madre bisognosa e i poveri che andavano da lui , senza numerarli . La brama di soccorrere i bisognosi fu sempre in lui superiore alle possibilità .
Nel povero egli riconosceva Gesù .
E col povero divise il pane e gli indumenti .
Spesso si privò del necessario e , quando i soccorsi sorpassavano il limite delle sue povere entrate , piantava debiti , impegnava le cose personali . Se non c’è chi può testimoniare , del tempo che era Parroco di Salzano , che fosse lui stesso a portare i pegni al Monte di Pietà , c’è ancora chi si ricorda di avergli visto impegnare perfino le materasse del letto , mettendo bene spesso nell’imbarazzo le sue buone sorelle . Una volta , all’imbrunire d’una giornata sfibrante , piena d’intensa carità e più d’ogni altra evangelicamente operosa , ricevè la visita di una vedova , madre di cinque tribolati bambini . La donna versava nel cuore del suo Parroco la sua infinita miseria , piangendo . Quel giorno Don Giuseppe era triste e più povero di sempre . Ascoltava il calvario di quella madre infelice piangendo come lei , poi fra le lacrime che gli solcavano le gote : - Che potrò fare per te , madre dolorosa - le disse - io tribolato che sono ? Proprio oggi dovrei andare attorno a chiedere la carità a chi mi viene incontro per chiederla a me . Ma tu sei madre… hai cinque creature . Esse hanno ben diritto a vivere… Aspetta - fece interrompendosi brusco e rassegnandosi . Un lampo improvviso di carità impetuosa lo illuminò . Si assicurò che nessuno fosse in casa , chiamò , origliò . Nessuno rispose . Filò in cucina . Sul focolare c’era la pentola che bolliva . - Dopo tutto pensò - a noi può bastare il brodo . - Tirò fuori la carne e , volto alla donna : - Piglia - disse - questo è il companatico e questo è il pane . Ora va’ , fila - soggiunse basso e frettoloso come un manutengolo che regge il sacco - … e che nessuno ti veda… - E scomparve dietro l’uscio . Adorabile impulsività d’un ladro adorabile , nemico delle mezze misure , ignaro dei freni della prudenza , che non fa il bilancio fra il mio e il tuo nel modo usuale di tutti gli uomini Il mio a me il tuo a te bensì il mio e il tuo a te .

 < IL MIO E IL TUO TUTTO A TE >
Quando nel 1873 infierì il colera nel Veneto , il Sarto , nel fedele adempimento del suo dovere , restò al suo posto . Come l’Apostolo si fece tutto a tutti . Nulla omise per alleviare le conseguenze fatali dell’epidemia . Mons. Marchesan descrive così , brillantemente , un episodio della sollecita premura del Parroco di Salzano , nell’occasione del terribile flagello : << Sapendo che il primo dovere nell’assistenza degli ammalati spetta al Parroco , il Sarto non voleva che i Cappellani s’esponessero al pericolo ; ma ogni qual volta , accorreva lui stesso al letto degli infermi ; e il più delle volte non si prestava solo l’opera spirituale , ma altresì un’amorosissima assistenza materiale facendo , come vero infermiere , perfino le frizioni col ghiaccio .

< INFERIMIERE AL LETTO DEI COLEROSI >
Un giorno fu chiamato in fretta da un tale : - Signor Parroco - dice questo appena lo vede - son morto . - Eh non sei morto , no . - Sì , signor Parroco , son morto , mi confessi subito . - Sì , sì , ora ti confesso , e , voltosi ad uno della famiglia : presto - gli dice - va’ qui da Sògaro e fatti dare a nome mio un doppio di quel bon . Quello va e torna subito col doppio del vino . - Bevi , - disse allora Don Giuseppe al malato . - Signor Parroco non posso , non posso in verità . Bisogna notare che il nostro popolo , in tempo di epidemia , ha il pregiudizio che i medici e quelli che lo assistono gli somministrano dei veleniper mandarlo più presto all’altro mondo . L’Arciprete intuì , con la prontezza che sempre lo soccorse , il motivo di quel rifiuto e , versatone un bicchiere , bevve tutto d’un fiato dicendo poi : ora bevi tu . E l’ammalato a questa vista , divenuto obbediente , ne bevve un bicchiere , poi ne tracannò un secondo , e poi ancora un terzo e finalmente un quarto . - Adesso sta’ quieto , - disse il Parroco - e procura di sudare . Domani ritornerò a visitarti . - Il girono seguente l’infermo stava meglio >> . Questa regola di carità non mutò registro se pur non si accentuò quando fu Vescovo e Patriarca . Il primo atto al suo Patriarcato fu un appello alla carità : carità come la intendeva lui , lata , che abbraccia tutte le opere di Misericordia , corporali e spirituali . Nessuno era dimenticato . Satollò gli affamati , visitò gli infermi , suffragò i morti , consolò i carcerati , insegnò agli ignoranti , raffermò i dubbiosi . In qualche reclusorio si ebbero scene commoventissime di devozione e d’affetto per il Santo Vescovo ; e una volta un prigioniero , non potendogli dare altro , gli presentò un sonetto . Le rendite del Patriarcato . A lasciarlo fare , non gli sarebbero bastate per l’elemosina ; eppure era da queste che il Patriarca prelevava di più per i poveri della Diocesi .le cose andavan bene i primi due tre giorni del mese . Ma , dopo una settimana , cominciavano le dolenti note . Che farà ? Spender meno di quello che spendeva per sé ? Tanto valeva lasciarsi morir di fame .

< LA CAPPA ROSSA D’UN ALTRO > 
I veneziani avevano notato una certa disuguaglianza di colore nella cappa do seta scarlatta che il Cardinale indossava nelle occasioni . Sfido . Nessuno sapeva che la cappa era appartenuta al suo predecessore e che l’avevano fatta aggiustare e rammendare . Ma i rammendi non sono mai la roba nuova . A un suo amico , dallo stato di agiatezza precipitato nella miseria , disse : - Non ho proprio nulla per aiutarti . Ma ho questo Crocifisso di avorio . Prendilo , te lo do . - Il Crocifisso , antico , gli era stato regalato ed aveva un valore immenso . Era appartenuto ad un Santo Pontefice . Come i primi Vescovi dell’era cristiana per soccorrere i fedeli che morivan di fame , vendevano anche gli arredi sacri , il Patriarca Sarto regalò la preziosa Immagine a un cristiano tribolato . A un Parroco di Mantova che conosceva bene il cuore del suo antico Vescovo e che gli aveva chiesto aiuto per un’opera buona , scriveva da Venezia , accompagnando la lettera con una cospicua offerta : - Mi vergogno di mandarvi questa miseria . Ma non ho proprio nulla . Se a Mantova sono stato sempre povero , qui sono divenuto addirittura pitocco . -

< L’OROLOGIO DEL CARD. FERRARI > 
Un giorno incontrò in treno il Cardinal Ferrari - altra nobile figura di Pastore caritatevole nella sua Diocesi di Milano - e , vedendogli un bell’orologio d’oro , gli domandò scherzando : - Quante volte , Eminenza , ha fatto le scale del Monte Santo codesto orologio ? - Purtroppo punte - rispose l’interpellato sullo stesso tono scherzoso - perché chi me l’ha regalato ci ha fatto incidire lo stemma del mio monogramma . - che pecca - replicò il Patriarca - che peccà che anca mi no posso impegnar l’anello pastoral . E , con tutto ciò , gli pareva di far sempre poco . Come si trattava di poveri , tutto era sempre poco secondo lui . Sarebbe stato lo stesso se avrebbe avuto il pozzo di San Patrizio per svuotarlo per loro . Dire che la sua bontà era proverbiale a Mantova e a Venezia è dir poco . S’era fatto questa fama tra i suoi diocesani : il Patriarca ci vuol tanto bene che , quando morremo , per il piacere di rivederci , farà aprire per noi la Porte del Paradiso . Quando si recò a quel Conclave dal quale doveva sortire Papa Pio X e non far più ritorno a Venezia , essendosi risaputo che si era dovuto far prestare il danaro per il viaggio di andata e ritorno , i veneziani , esaltando la povertà e l’altruismo del loro amato Patriarca , dissero :- Poi X per la sua carità impegnerà anche San Pietro . - il suo nobile cuore ebbe campi sconfinati di esercitazioni . Dante lo avrebbe chiamato con l’aggettivo di San Domenico << Atleta >> della Carità .

< FRA GLI EMIGRANTI >
Era Vescovo a Mantova quando seppe che un gruppo di diocesani si preparava ad emigrare in America . Li volle visitare . E quando fu in mezzo a loro , parlò col cuore sanguinante , come un babbo , ai figlioli infelici che la miseria spingeva ad abbandonare , forse per sempre , il suolo della patria . Piangeva lui , piangevano tutti . L’Abate Padre Benedetto Pierami che fu il Postulatore della Causa di Beatificazione di Pio X , ha questo episodio di sapore evangelico .
E’ delizioso come una parabola di Gesù : << Un tale , commerciante , che stava a Mantova , aveva scritto , senza firmarlo , un libello , pieno di diffamazione contro il suo Vescovo . Il Vescovo non tardò a scoprire l’autore e si mise tosto a pregare per lui . A chi lo consigliava di fargli causa rispondeva : - Quel disgraziato ha più bisogno di preghiere che di castighi . << Passa un po’ di tempo e quest’uomo si trova tutto a un tratto rovinato . I creditori si slanciano contro di lui ; il fallimento era troppo certo ed essi avrebbero voluto che fosse dichiarato fraudolento . Tutto era perduto , allorchè una mano , anche quella anonima , riparò tutto il male . Il Vescovo di Mantova fece chiamare una vecchia signora dedita alle opere buone e le disse : - Lo vedete è un disgraziato ; non si può chiamare diversamente . Andate a trovar sua moglie e portatele questa . -

< “ PATER DIMITTE ILLI ” >
Parlando prendeva dal suo banco la grossa somma occorrente e la metteva in una busta : - Soprattutto - aggiunse - non dite che sono io che li mando . Se poi insistettero troppo potrete dire che la persona la quale ha messo insieme questa somma di danaro è la più pietosa delle dame , la Vergine del Perpetuo Soccorso >> .
Quando il flagello del terremoto , nel 1905 e nel 1908 , si abbattè sulle disgraziate provincie di Reggio e di Messina il contegno di Pio X fu quello di un Padre e di un Santo . Pregò fervorosamente per i morti che improvvisamente erano comparsi al Tribunale di Dio , per i feriti , per gli orfani abbandonati e poi provvide rapidamente per i soccorsi . All’appello di lui tutti con slancio e generosità . Il sentimento della responsabilità era fortissimo in lui . Tanto che salì tutti i gradini della scala gerarchica , adattandosi alla Volontà della Provvidenza , con le lacrime agli occhi . Una prova di come sentisse il suo Ministero Sacerdotale è il fatto singolare e quindi nuovo in Vaticano , che i primi anni del Pontificato , aveva voluto spiegar lui il Vangelo ai suoi diocesani di Roma , adunandoli ogni domenica , a turno , dalle varie parrocchie dell’Urbe , nel cortile del Belvedere . 

< IL PAPA RITORNATO… PARROCO > 
Quella volta naturalmente non poteva dire , come aveva detto da Parroco e da Cardinale << sono un povero Papa di campagna >> ma nel fatto volle mostrare che anche il Papa è un Vescovo e un Vescovo formato alla scuola della parrocchia . Fortunati quei diocesani che ascoltarono il Vangelo , spiegato da tanto Parroco ! Del resto Pio X aveva , più volte , affermato il principio che << tuti i ga dirito de vedar el Papa e no soltanto quei che ga bezi >> .
L’educazione dei giovani fu sempre una delle mire del suo Sacerdozio in ogni tempo .
A Tombolo , quand’era Cappellano , istituì una scuola serale per togliere i giovanotti alle cattive occasioni . Con questo ingegnoso stratagemma attrasse nella sua orbita tutta la gioventù scioperata del luogo e intanto seminava nei loro cervelli bucati qualche garno di sana morale .

< “ NON BESTEMMIATE PIU’ ” >>
 Quando si venne al’ergo e i giovani domandarono al Cappellano come avrebbero potuto rimunerarlo dell’amorosa fatica il Cappellano rispose : - Che non bestemmiate più , ecco la ricompensa . Coi fanciulli fu di uno zelo ancora più adorabile ; si mescolava persino ai loro giuochi per toglierli alle cattive compagnie dove avrebbero imparato bestemmie e oscenità . Grandi o piccoli , egli cercava sempre la salvezza delle anime .  
Pratico del mondo , conoscitore del bene e del male , correva dietro alle pecore contumaci : - Vogliano o non vogliano - diceva - le richiamerò erranti , le cercherò perdute , dovessi straziarmi fra i triboli della selva , cacciarmi nei luoghi più stretti , battere tutte le siepi , con quante forze mi darà il Signore scorrerò per ogni posto a richiamare l’errante , a cercare lo smarrito . Bontà e saggezza giocavano insieme , anzi la saggezza , essendo impersonata nella bontà , ora giocava l’una ora l’altra . Quand’egli andò a Mantova , il clero , di quella diocesi non brillava per zelo e austerità di vita . Ci volle il tatto del nuovo Vescovo per ridonare ai suoi preti quello spirito di ardente e dignitosa pietà che aveva reso famosi nei secoli passati i Vescovi e gli Abati della città di Sant’Anselmo e di San Luigi Gonzaga . Se occorreva correggere qualche Parroco che scantonava , lo faceva senza recriminazioni e senza schiamazzi . Anche in questo troppo accorto il Sarto per battere vie che potessero condurre a guai peggiori ! In questi casi preferiva correggere dando lui stesso esempi edificanti . Se l’uomo in questione era niente sensibile , doveva sentirsi mortificato più che se avesse avuto una forte reprimenda . Un prete è pigro ad alzarsi la mattina per andare in Chiesa a fare i suoi offici ? Monsignor Sarto lo sa . Esce all’alba , inosservato , dal palazzo , va a quella parrocchia di quel tal prete , entra in Chiesa , si chiude in un confessionale e comincia a Confessare lui i parrocchiani che aspettano in fila dinanzi al Tribunale di Penitenza . Lo sbigottimento del Parroco , quando lo sa , e più facile immaginarlo che descriverlo . E quando si incontrerà faccia a faccia con lui il Vescovo non gli minaccerà tuoni e fulmini con occhi truci di falco , ma gli dirà bonariamente : - Signor Parroco , non dico che sia peccato da dannarsi un pisolino di più la mattina , e magari andare a caccia quando la caccia c’è ; ma quando lei ha di questi impedimenti , li chiami pure bisogni , me lo faccia sapere . Mi mandi pure e chiamare . Vengo io a farle il servizio della parrocchia . 


< I PRETI IN BICICLETTA >
Così pure proibì i preti di Mantova di andare in bicicletta . L’uso era diventato abuso nella diocesi ed egli troncò di netto con una ordinanza che non ammetteva repliche . Un giudizio perentorio tagliava corto a tutte le istanze e discriminazioni : << Se non è proprio un’ignominia questo ordigno fa però ai pugni con la dignità e la gravità che deve rendere rispettabile il Ministero di un Sacerdote . Basta >> . E le biciclette sparirono dall’uso dei Sacerdoti . Di carattere sensibilissimo era facile alla commozione . Ma questo non vuol dire che non sapesse essere anche energico e severo , quand’era necessario , senza tentennamenti e autoritorsioni delle decisioni che aveva preso dopo matura riflessione . Sdegnava gli infingardi , i pigri spirituali , gli schiavi dei rispetti umani , gli impostori . In quanto al clero , lo amava più delle sue pupille , ma contro i travalicatori , senza essere implacabile era severissimo . Vero è quando doveva fare delle paternali si commuoveva e quasi sempre gli cascavano i lucciconi .

< PREFERIRE LA QUALITA’ AL NUMERO > In quanto alle VOCAZIONI , va ricordato che , mandato a Mantova in uno dei momenti più critici per la rarefazione dei Sacerdoti , dopo tutto non voleva che i SEMINARI si riempissero di infingardi , CAPACI DI BUTTARE VIA LA TONACA ALLA PRIMA OCCASIONE , A COSTO DI LASCIARLI SPOPOLATI . 
La messe essendo tanta e gli OPERAI scarsi auspicava e promuoveva INDEFESSAMENTE le VOCAZIONI ; ma sempre , com’è naturale , INCULCAVA DI PREFERIRE LA QUALITA’ al numero . Provvido e saggio pensare di un Pastore che sapeva il fatto suo .

TESTO TRATTO - IL SANTO PAPA PIO X - OPERA DELLE BIBLIOTECHE FRANCESCANE 
ALESSANDRO FRANCINI BRUNO 
UNIONE FRANCESCANA , VIA DEI CAPPUCCINI 28 - FIRENZE - 1936 .

 
LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano
                                       

mercoledì 2 ottobre 2013

IL SANTO PAPA PIO X , TERZIARIO CAPPUCCINO - PARTE SECONDA .


IL SANTO PAPA 
PIO X 
TERZIARIO CAPPUCCINO

UMILTA’ 

Nell’unione con Cristo si compenetrano umiltà , carità , castità .  
Non vi può essere unione senza il legame di queste virtù .  
Il Sarto le aveva tutte in grado eminente . 
<< La vita di Pio X seguì sempre un’unica corrente , quella del servizio di Dio , e mai , nemmeno per un istante , si macchiò d’un ombra di mondanità . La sua unione intima con Dio era incessante . Nella sicurezza del suo operare fu sempre sincero , senza artifici , senza mezze misure , senza compromessi umani . Pio X era UOMO DI GRANDE , PROFONDA UMILTA’ . Essa si rivelava in tutto il suo contegno , senza però recare il minimo pregiudizio alla maestosa dignità del suo portamento >> . E questa unione così RARA di semplicità e di grandezza formava appunto il fascino irresistibile , che dicevo poco innanzi , della sua personalità .

< ESEMPI D‘UMILTA‘ > 
<< L’umiltà lo rivestiva come una corazza - scrive un suo biografo - e per l’amore che egli aveva alla DIVINA POVERTA’ era povero anche fra lo splendore del Vaticano >> .
Fin dal suo esordio nella vita pubblica , quando , nominato Padre Spirituale del seminario di Treviso , dovette fare ai giovani seminaristi il discorso d’entratura , egli si ritirò , per così , entro il guscio d’una estrema modestia : - Cari figliuoli - disse - voi credete che io sia un Padre Spirituale di quelli che , per la vasta e profonda dottrina ascetica e teologica , possono dirigervi , consigliarvi , inoltrarvi con tutta sicurezza , per la via per la quale v’incamminate , ma io non ho nulla di tutto questo , io non sono che << un povero Parroco di campagna >> . - Ma caro quel Parroco , - ebbero a dire gli ascoltatori , stupefatti alla fine di quel discorso . Riferisce l’episodio Mons. Maerchesan che era dell’uditorio e che è stato il biografo più affettuoso e più completo di Pio X .

< LEIT MOTIV > 
Quel << Parroco di campagna >> resterà poi così familiare al Sarto che , mutatis mutandis , sarà il leit motiv delle sue argute lepidezze anche a Venezia , quando , ricevendo la gente che andrà a riverirlo al palazzo Patriarcale , dirà : - << Non s’aspetti mica tanto , sa , da questo poveretto . sono un povero Cardinale di campagna , capirà.. >> .
Il Padre Giustino Albrecht O. S. B. così delineail carattere di Pio X nel suo Libro di Ricordi sul Papa : << Pio x possedeva la rara ma indispensabile virtù di dimenticare affatto la propria personalità , quell’idolo che l’uomo difficilmente s’induce ad abbandonare completamente , il proprio io . << Il non cercare il proprio vantaggio è dato nella Sacra Scrittura come contrassegno del buon Pastore , in opposizione al mercenario il quale fa tutto il contrario >> .
Se Pio X avesse cercato se stesso NON SAREBBE MAI DIVENUTO PAPA , non avrebbe mai cambiato la libertà della sua prediletta Venezia con la prigionia del Vaticano , essendo le sue aspirazioni personali affatto opposte a qualunque dignità , grandezza ed onore , molto meno ancora a quelle inerenti al Pontificato Romano . << In tutti i posti occupati da Pio X nel corso della sua lunga vita non ne ha ricavato per sé il più piccolo guadagno personale . Servire gli altri , darsi tutto a tutti , ecco la sua gioia , la sua brama ; senz’altra ricompensa che quella di Dio ! >> .

< LE SUE ULTIME VOLONTA’ > 
La più eloquente espressione di questo oblio sé sono le parole del suo testamento << SONO NATO POVERO , SONO VISSUTO POVERO , VOGLIO MORIRE POVERO >> . Dove anche si ammirano quest’altre ultime volontà riguardanti i suoi congiunti e coloro che lo avevano servito fedelmente fino all’ultimo giorno : << Prego la Santa Sede di accordare una pensione che non oltrepassi le lire trecento mensili alle mie sorelle Anna e Maria e di lire sessanta al mio cameriere >> . << Lego lire 10.000 ai nipoti , subordinando quest’assegno all’approvazione , che prego anche di deliberare se possono essere assegnate alla famiglia 100.000 lire , regalatemi da un munifico donatore per essere donate ai miei congiunti >> . Che differenza tra il nepotismo rimproverato , che Dio glielo perdoni , a Tizio e Caio e la sommissione di questo Santo che non vuole avere la volontà per disporre liberamente nemmeno di quello che è suo di diritto , personalmente suo , in favore dei parenti poveri !

< “ CHIAMATELE SORELLE DEL PAPA ” >
Al principio del suo regno la Commissione Araldica fece domandare qual titolo doveva essere dato alle sue sorelle : principesse , marchese ? - Chiamatale sorelle del Papa - rispose prontamente Pio X e non ammise che si ripetesse . Se modesto poté mantenersi da Papa nei limiti che l’etichetta di una corte gli permetteva , quanto più non lo fu nei gradi immediatamente inferiori di Cardinal Patriarca e di Vescovo ! Da Cardinale , a Venezia , quando i familiari non erano in casa , era lui che andava ad aprire la porta ai visitatori , e questa volta davvero come il più umile Parroco di campagna , l’introduceva e domandava : - Cercano il Patriarca ? Sono io .
Quand’era Vescovo di Mantova , gli accadde un casetto che riguarda il Papa attuale . L’aneddoto è stato raccontato dallo stesso Pio XI a un nipote del Papa Sarto : 
<< Una mattina di buon’ora il Vescovo di Mantova lavorava curvo nel suo studio allorché intese una voce che chiedeva : - Si può entrare ? - Andò subito ad aprire la porta e ricevette le scuse di un giovane Monsignore il quale non aveva incontrato nessuno che lo introducesse . Il visitatore si chiamava Mons. Achille ratti e veniva a Mantova per fare delle ricerche nella Biblioteca . 
- Forse non ha ancora detto messa , Monsignore ? - domandò il Vescovo . 
- Prego , l’ho detta in Cattedrale . 
- Allora vorrà accettare una tazza di caffè ? 
Il Vescovo uscì dal suo studio , chiamò Maria chiamò Anna , chiamò Rosa ma nessuno rispose , le sorelle erano in Chiesa . 
- Non fa nulla , disse il Vescovo , scendiamo insieme .

< PIO X SERVE IL CAFFE’ A PIO XI >
Scesero , andarono in cucina e colui che doveva essere un giorno Pio X preparò da sé la colazione a chi , non molto dopo , doveva essere Pio XI >> . E’ non è tutta qui l’umiltà . Purtroppo dobbiamo limitarci ai pochi casi citati , che se dovessimo seguitare a raccontare , gli episodi sarebbero tanti che non uno ma più di questi volumi non basterebbero a contenerli tutti .  
Quella voce interna che gli ripeteva continuamente : sii umile , sii povero lo inseguì sempre .
Salito al Pontificato il Servo dei Servi di Dio si servì come preso da sgomento e , con l’anima oppressa dal peso delle grandezze esterne che lo circondavano , sfogò il suo tormento a un amico con queste parole : - Quale pena seguire questi usi di corte ! Mi par d’essere Gesù catturato nell’Orto , quando mi conducono attorno in mezzo ai soldati . 
( Hecce Homo , Calvaruso - Messina . Opera lignea di Frate Umile da Petralia OFM ) 


 Testo Tratto : IL SANTO PAPA PIO X , Opere delle Biblioteche Francescane .
Alessandro Francini Bruno -
UNIONE FRANCESCANA , via dei Cappuccini 28 - FIRENZE 1936 .


 LAUS  DEO
                
         Pax et Bonum         


Francesco di Santa Maria di Gesù
 Terziario Francescano