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venerdì 3 aprile 2015

LA VENERATA MADRE AGNESE ( PAOLINA ) DI GESU' CARMELITANA SCALZA - LA " PICCOLA MADRE " DI SANTA TERESA DI LISIEUX - VENTIQUATTRESIMA PARTE .



La Venerata Madre 
Agnese (Paolina)di Gesù 
Carmelitana Scalza 
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux 
 “Unione con Dio” 


Il medesimo spirito di fede animava i suoi esercizi di pietà. A che pensa, le si domandò, durante la Messa?
<<Non a grandi cose! Sono lontana dalla terra, vicino a Dio, nella pace; mi unisco al Santo Sacrificio con semplicità. Così pure nella Comunione; penso che è un mistero di fede>>.
Verso il tramonto della sua vita, si preparava alla morte con l'invocazione abituale di Santa Margherita Maria Alacoque: <<Mio Dio, mio unico e mio Tutto, Voi siete Tutto per me ed io sono vostra>>.
Talvolta dopo la Comunione, mentre faceva il ringraziamento, come un vigilante pastore pensava al suo piccolo gregge e si domandava: Che accade mai in tutte queste anime? E terminava con la preghiera: <<Mio Dio, mettete nei nostri cuori tutti quei sentimenti che vi fanno piacere>>.
Viveva in continua comunione con Dio, senza alcuna tensione sia esterna che interna. Una sua figlia le confidava: Talvolta verrebbe voglia di dire che Lei abbia trascorsa la vita insieme a Nostro Signore, tanto il Vangelo è per Lei attuale e luminoso! E Madre Agnese: <<Ma è proprio così, io vivo con Lui continuamente. Spesso dico: Toglietemi, o Dio, da quest'esilio....Non dico ciò per non più soffrire, no! Ma perché ho sete di Dio>>.
Questa fusione del suo essere con il divino la staccava sempre più dall'umano, per cui poteva dire serenamente: <<Il mio cuore è tutto di Dio, perciò potete amarmi quanto volete>>.
Sotto una forma originale, ella ci invitò alla costante intimità con il Diletto: <<Poco fa, una piccolissima conchiglia ci ha dato una lezione di raccoglimento. Mentre l'aprivo con difficoltà, perché era assai dura, mi dicevo: E' piccola questa conchiglia, ma resistente; non si direbbe proprio che si trova così distante dal mare. Mi dà la grande lezione di riempirmi, quanto più posso, dell'acqua del raccoglimento, per resistere con una forza uguale alla sua, nelle diverse occupazioni e congiunture della giornata, a tutte quelle cose che potrebbero farmi perdere quella goccia d'acqua necessaria alla mia unione con Dio, nell'attesa di aprirmi con vera gioia ai nuovi flutti di grazie che mi aspettano nell'ora della preghiera>>.
Come Madre Agnese di Gesù faceva orazione? Ce lo rivela lei stessa: << Io credo che, nonostante le distrazioni e le aridità, non si stia mai nel vago durante l'orazione, anzi si sia convinti che Iddio cerchi di abbellire la nostra anima, se come metodo e preparazione pratichiamo, fuori delle ore di orazione, le virtù religiose, e specialmente l'umiltà, la carità fraterna e la puntualità. Sì, care Consorelle, se avremo questa veste nuziale, avremo ottima accoglienza dal Padrone di Casa, nell'ora del suo convito d'Amore. Del resto, quell'ora può prolungarsi per tutta la nostra vita, perché non siamo entrate al Carmelo per fare soltanto due ore di orazione al giorno; ci siamo entrate per trovarvi, lontano dal mondo, quella solitudine che ci agevola l'orazione incessante.......
…...Essere fedeli alle ispirazioni che Gesù ci comunica quando vuole, ecco la vera orazione, continua ed essenziale. L'altra è come un sovrappiù; è un riposo vicino al Signore ed un esercizio di regolarità. In quelle ore noi andiamo là dove Gesù ci aspetta; non lo troveremo altrove, perché Egli pure si sottomette alla Regola, restando però libero di concederci grazie forse maggiori in qualsiasi momento.
Ecco come io comprendo l'orazione; non mi sembra difficile, anzi più facile che respirare all'aria aperta. Questo è il “pane di casa nostra”, è la nostra grazia particolare, e oso pensare che sia stata la grazia particolare della sacra Famiglia di Nazareth, e dello stesso Gesù durante la Sua vita pubblica. “Mio Padre non mi lascia mai solo, perciò faccio sempre quel che a Lui piace”.
Oh, di che modello perfetto di orazione vi sto parlando! Sforziamoci allora anche noi di fare sempre quel che piace al nostro Padre del Cielo per godere sempre della sua ineffabile presenza>>.
Madre Agnese di Gesù era fedelissima alle ore di preghiera comune. Più che ottantenne, era felice di arrivare la prima in Coro al mattino per recitare il Veni Sancte Spiritus, e pur in mezzo al cumulo di lavoro che l'assorbiva, organizzava il suo tempo per essere ugualmente puntuale all'orazione della sera. Incitava le figlie ad avere la medesima scrupolosità. Ad una suora che implorava il permesso di copiare, in quell'ora dell'orazione, certi testi che le erano di profitto per l'anima, rispose con fermezza:
<<No, non posso permetterglielo; meglio rimanere dinanzi a Dio come una mummia durante l'orazione, che starsene a copiare i più bei pensieri del mondo. Non la pensava certamente così nostra Madre Santa Teresa d'Avila quando ce l'ha imposta>>.
Non vi cercava dolcezze spirituali per soddisfazione propria. Le fu chiesto, una volta: Madre, durante l'orazione, prova delle consolazioni?
<<Non sempre; sono là a compiere il mio dovere, ecco tutto! Come guida ho solo il Vangelo. Vi trovo degli episodi che mi pare di aver veduti e vissuti, tanto li ho meditati. Talvolta recito il Credo; del resto, mi sento felicissima, lì, vicino al Signore>>.
Vi attingeva, nelle ore dolorose, conforto e pace. Un giorno, dopo un bombardamento, le si domandò: L'ha spaventata il constatare che non c'è sicurezza in nessun luogo?
<<No, affatto. Di che dovremmo temere? Non siamo noi il Cuore di Dio? Pure sono stata in angoscia, stasera, pensando alla guerra, perché credo che non abbiamo ancora visto tutto....Durante l'orazione, però, ho distolto il mio pensiero da tutte queste tristezze recitando lentamente e meditando il Pater. Mi capita spesso di alimentare così la mia orazione: ora è il Credo, ora la Salve Regina. Se sapeste quanto ciò inonda l'anima di pace!>>.
L'assidua meditazione sopra il Vangelo le fece luminosamente comprendere i tesori infiniti racchiusi nell'amore paterno e misericordioso di Dio. Lo confida in una lettera al Cardinale Vico:
<<Mercoledì mattina termino il mio ritiro. Non ho consolazioni spirituali e, per essere sincera, non le desidero. Questa vita ci è stata data per combattere e soffrire; ne seguirà un'altra che ci permetterà il riposo e il gaudio. Eppure, stamane, ho provato un vivo sentimento d'amore per Dio: ascoltavo la storia della casta Susanna, poi il Vangelo della donna adultera. Mi sono detta: quanto è grande la bontà di Dio! E' naturale che venga in aiuto dell'innocenza calunniata, ma ciò non basta, perché viene pure in aiuto di una peccatrice giustamente colpita! Quindi, da qualunque parte si voglia guardarvi, Signore, si trova in Voi solo amore e misericordia; come non avere in Voi piena fiducia? Ne sono tuttora commossa, mentre le scrivo>>.
E ancora questa condiscendente misericordia che ella sottolineava in una esortazione, in un giorno di Venerdì Santo:
E ancora questa condiscendente misericordia che ella sottolineava in una esortazione, in un giorno di Venerdì Santo:
<<Ho aperto il Vangelo e mi sono cadute sotto lo sguardo queste parole: “Salivano alla volta di Gerusalemme e Gesù camminava davanti a loro; i suoi discepoli, attoniti, lo seguivano timorosi”.
Non capita talvolta anche a noi di seguire, tremando, Gesù, quando sappiamo che ci conduce al Calvario? Confortiamoci però, che questo timore non l'offende; l'offenderebbe invece il rifiuto a seguirlo.
Ma poi, se i discepoli tremavano, ciò avveniva – escluso Giuda – tanto per amore quanto per timore. Amavano il loro Maestro e tremavano sapendolo in pericolo. Se, pochi giorni dopo tutti l'abbandonarono e solo Giovanni si trovò ai piedi della Croce, quasi si direbbe che l'avesse consigliata Lui, nella Sua bontà infinita, la loro fuga. Difatti, nel racconto della Passione leggiamo che Gesù nell'Orto degli Ulivi dice questa parola ai suoi nemici: “Se cercate me, lasciate che questi se ne vadano”. Del resto, Egli ben sapeva che nel più profondo dei loro cuori gli restavano invincibilmente uniti; perciò li scusava ed amava sempre. Come rimproverò San Pietro dopo il peccato? Un semplice sguardo che provocò dolore e lacrime d'amore. Più tardi, a riparazione del triplice rinnegamento, gli domandò soltanto, per tre volte, se Lo amasse. Agli Apostoli disse: “La pace sia con voi!”.
Care Consorelle, domandiamo a Gesù non di non tremare dinanzi alle sofferenze, dinanzi a certi avvenimenti – perché questa umiliazione potrebbe esserci proficua – ma di volerlo seguire ogni ora, passo passo; e se poi la nostra debolezza talvolta ci spinge anche alla fuga, ci ottenga almeno di restarGli uniti con il cuore; facciamo fiorire sulle labbra la preghiera fiduciosa e, senza indugio, facciamo a Lui ritorno. Non dubitiamo mai del suo amore e della sua misericordia. Ciò ferirebbe il Suo Cuore, attesta la nostra piccola Santa Teresa.
Credo che San Tommaso fu il solo che veramente fece dispiacere a Nostro Signore, allorché dubitò della Sua Risurrezione. Difatti, fu il solo a ricevere un vero rimprovero, ma anche qui come trabocca l'affetto del Maestro!>>.
Un giorno fece questa riflessione sul Pater Noster:
<<Quanta bontà da parte di Nostro Signore! Avrebbe potuto fare a meno di parlare del peccato; sapendo però con quanta facilità l'avremmo offeso, ci fa continuamente ripetere: “Perdona a noi i nostri debiti”, con l'obbligo che anche noi perdoniamo gli altri: “Perdonateci come noi perdoniamo”>>.
Nell'ultima guerra, quando le Carmelitane di Lisieux si rifugiarono nella Cripta della Basilica di Santa Teresa del Bambin Gesù, il pericolo divenne così incombente che i sacerdoti organizzarono una novena di adorazione dinanzi al Sacro Ciborio, a malapena illuminato: si era costretti, notte e giorno, a vivere in una forzata penombra. Allora Madre Agnese di Gesù indirizzò alla comunità monastica questa parola d'ordine:
<<Care sorelle, ve lo ripeto, andate più che potete dinanzi a Gesù in Sacramento, che è esposto, sì, ma, vorrei quasi dire, così umilmente. Stamane, nel fissare quel piccolo Ciborio sull'Altare, mi ricordavo di una località vicino a Lisieux, che si chiama: “Il piccolo buon Dio”, e mi dicevo: E' davvero qui “il piccolo buon Dio” la cui apparenza stessa ci invita a buttarci fiduciosi ai suoi piedi, sul suo Cuore pieno di misericordia e che ha gran compassione di noi in questo momento. Andiamo quindi al “piccolo buon Dio” il quale assume quest'umile apparenza per attirarci maggiormente a Sé.
La vostra piccola madre Agnese di Gesù>>.

Fine capitolo 24

Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma.


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano