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giovedì 14 maggio 2015

SANTA MARIAM DI GESU' CROCIFISSO ( Marjam Baourday ) Carmelitana Scalza ( 1846 -1878 ) PARTE SECONDA .



SANTA MARIAM DI GESU' CROCIFISSO
(Marjam Baourday)
Carmelitana Scalza
(1846-1878)
Il Piccolo nulla

Era dunque il 1846. Ad Abellin, villaggio a metà strada tra Haifa e Nazaret, vive una famiglia araba di religione cristiana.
 
Il piccolo paese di Ibillin

E' una buona famiglia, di veri credenti, ma triste, perché i figli che vengono al mondo non riescono proprio a sopravvivere: ben dieci maschietti muoiono tutti in tenera età. Il padre si chiama Giorgio e il cognome che porta, Baouardy, l'ha preso dal mestiere che esercita: il polveraio. Come lui, molti nel paese guadagnano qualche soldo preparando la polvere da sparo nel mortaio di pietra. Sua moglie è una donna amata nel villaggio per la grande bontà e per la operosa solidarietà che dimostra con chiunque sia nel bisogno. Un giorno uno dei due coniugi così duramente provati si mettono in cammino verso Betlemme: un pellegrinaggio a piedi di 170 chilometri per andare a pregare sulla culla di Gesù Bambino e chiedere alla Vergine Santa la grazia di una figlia. Promettono di chiamarla Mariam.
E la bambina nasce nove mesi dopo e viene battezzata e cresimata secondo il Rito Greco-Melchita. L'anno dopo nasce anche un maschietto: Paolo.

Fonte battesimale della Chiesa di Ibillin

Tutto sembra andare per il meglio. Ma ecco che, quando Mariam non ha ancora 3 anni, sono i genitori ad andarsene: prima muore il papà e dopo alcuni giorni muore la mamma di crepacuore. La bambina restò con il ricordo del gesto profetico, pieno d'amore, compiuto dal papà negli ultimi giorni di vita. Sentendosi venir meno, egli aveva preso in braccio la sua piccola e l'aveva alzata verso un'immagine del buon San Giuseppe invocandolo:
“Grande Santo, guarda la mia piccina! La Madonna è sua Madre, sii Tu suo Padre! Veglia su di lei!”.
Alla morte dei genitori, secondo l'uso orientale, i bambini furono portati tra i parenti: Paolo fu adottato da una zia materna che abitava in un vicino villaggio, Mariam venne adottata da uno zio paterno di agiata condizione, che, dopo qualche anno, si trasferirà ad Alessandria d'Egitto. E i due fratellini non si rivedranno mai più. Dell'infanzia di Mariam non sappiamo quasi nulla, solo qualche ricordo che lei stessa racconterà più tardi, da cui traspare sempre una particolare protezione celeste.
L'episodio più delicato e intimo fu certamente quello che le accadde in occasione di un piccolo incidente domestico. Alla piccina avevano regalato alcuni uccellini in gabbia. Lei aveva voluto accudirli, ma non era stata capace: si era premurata di far loro il bagnetto, come si fa con i bambini piccoli, e gli uccellini erano morti.
Mentre li seppelliva si era sentita stringere il cuore dal dispiacere, ma una vocina dentro le aveva detto: “Vedi, tutto passa! Ma se tu vuoi dare a me il tuo cuore, io resterò con te per sempre”.
Era ancora piccola, ma quella voce non la dimenticò più. Un'altra volta, un venerando pellegrino si era presentato in casa ed era stato ospitato secondo l'uso, ed ecco che, al vedere la piccina, quegli era stato preso da una strana emozione e aveva implorato: “Custodite questa bambina, ve ne prego, custodite questa bambina!" .
Quando racconterà il fatto, dopo molti anni, Mariam nella sua sconfinata umiltà spiegherà: “Forse quel sant'uomo, prevedendo i miei peccati, era tanto preoccupato per la salvezza della mia anima!”.
In realtà cresceva come un angelo e il suo più grande desiderio era ricevere la prima Comunione. Riuscì a farla alcuni anni prima del tempo fissato perché, a forza di insistere con il prete, riuscì a strappargli un giorno un sì distratto al quale la piccola, di quasi otto anni, obbedì prontissimamente.
Quando Mariam raggiunse la pubertà – ed era già fidanzata con un lontano parente, secondo l'uso, senza neppure saperlo – le dissero che il momento di contrarre matrimonio era giunto: venne il fidanzato portando ricchi gioielli e la famiglia preparò vesti sontuose e ricamate. Mariam non si dava pace: a quella voce che aveva sentito da bambina (“Se vuoi dare a me il tuo cuore, io resterò con te per sempre”) lei aveva già risposto di sì, ed ora che aveva tredici anni non poteva pronunciare un altro sì.
I parenti non capivano, pensavano a uno di quei capricci da cui ogni tanto si lasciano afferrare le ragazzine. Chiamarono il prete e perfino il Vescovo della comunità perché spiegassero alla fanciulla il dovere di obbedire ai genitori adottivi in materia tanto grave. Il giorno in cui lo sposo si presentò per la cerimonia, e tutti aspettavano che Mariam uscisse dalla sua camera adorna di vesti preziose e di gioielli, ella si presentò con i lunghi capelli tagliati deposti su un vassoio e sui capelli c'erano i gioielli d'oro.
L'ira dello zio fu tale che la ragazza venne cacciata in cucina tra le schiave di casa e assoggettata alle loro angherie. E il confessore – che non capiva – giunse a negarle l'assoluzione e proibirle la Santa Comunione.

Seconda Parte
Tratto da: Padre Antonio Maria Sicari, OCD, Libro dei Santi Carmelitani, Edizioni OCD, Roma 1999, pp.105-123.


LAUS  DEO
 
Pax et Bonum
 
 
Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano