Visualizzazioni totali

domenica 21 giugno 2015

LA SANTA DELL'EUCARISTIA GIULIANA FALCONIERI DELL'ORDINE DEI SERVI DI MARIA - PARTE SESTA .

La Santa dell'Eucarestia 
Giuliana Falconieri 
dell'Ordine dei Servi di Maria 





Sette mistici gioielli nella corona di Nostra Signora dei Dolori – i Sette Santi Fondatori che avevano ascoltata la chiamata di Maria nella Confraternita dei Laudesi – ad eccezione dell'umile fratello di Cafaggio, Sant'Alessio, erano andati a ricevere la loro eterna ricompensa; ed il loro amato discepolo San Filippo Benizi aveva ormai per diciotto anni, pieni di avversi e prosperi eventi, governato l'Ordine dei Servi di Maria che essi tanto amavano e i di cui interessi erano tanto cari ai loro cuori. 
Si potrebbe dire che l'Ordine dei servi di Maria era ancora nella sua infanzia. Intorno al periodo del generalato di San Filippo Benizi alcuni fra i primi biografi dell'Ordine dei Servi di Maria, scrivono che “coloro i quali elessero San Filippo alla dignità di Generale, furono in verità ispirati dallo Spirito Santo”. Durante i diciotto anni in cui egli esercitò tale ufficio, l'Ordine acquistò una saldezza e un lustro fino allora sconosciuti – qualità che lo disposero alle grandi cose che era destinato a compiere negli anni avvenire. Ammaestrato nel Noviziato di Cafaggio e poi di Monte Senario, San Filippo era vissuto sotto lo stesso tetto dei Sette Santi Fondatori e imbevuto del medesimo spirito. Egli era il loro figlio prediletto e il più amato discepolo, colui che più d'ogni altro partecipava delle loro idee e attuava i loro piani. 
Dotato come era di brillante intelletto e possedendo una vasta esperienza degli uomini e delle cose, nei vari uffici che aveva in precedenza disimpegnato, stava al di sopra di tutti, lasciando stupiti per lo splendore delle sue virtù. 
Ma ormai egli pure stava per abbandonare questa misera terra; il suo pellegrinaggio in questo mondo era per finire; il lungo periodo di travagli ed ansietà, durante il quale con tanta sapienza e maestria aveva pilotato la nave dell'Ordine, si avvicinava al termine. Gli era stato rivelato dall'alto che la sua vita doveva tosto finire. 
Stando sul punto di lasciare Firenze, radunò i fratelli capitolari dell'Ordine per dare loro l'ultimo addio, ripetendo spesso quelle belle parole – così antiche, ma sempre nuove – tramandate a noi attraverso i secoli fin da quando Giovanni, il discepolo prediletto, le pronunziò al suo piccolo numero di seguaci: “Figliuoli miei, amatevi l'un l'altro”. 
Fu probabilmente intorno a questo tempo che egli impartì le sue ultime istruzioni a Giuliana e con commoventi parole le raccomandò non solo il Terz'Ordine, ma tutto l'Ordine dei Servi di Maria. Così viene riferito nel processo per la sua canonizzazione: “Perciò fu che San Filippo Benizi vicino alla morte, considerando la sua eccellente virtù e santità, che gli aveva preveduto divenir sempre più grande, raccomandò alla sua cura e alle sue preghiere, non solo il Terz'Ordine, ma tutta la fiorente famiglia dei Servi di Maria; poiché quest'uomo di Dio conosceva come Giuliana avrebbe santamente edificata la sua famiglia, sia con le parole che con l'esempio e l'avrebbe nobilitata con la sua verginità”. 
San Filippo Benizi si recò a Todi, dove si trovava un famosissimo convento dell'Ordine, e lì, nella sua umiltà, desiderava morire ed esser sepolto. 
Nella Festa dell'Assunzione di Maria, tenne un discorso sul suo soggetto favorito – l'amore per Maria Santissima. Nel pomeriggio della stessa Festa fu preso da violenta febbre. Era il principio della fine. Disse alla comunità che sarebbe morto il mercoledì seguente, che era l'Ottava della Festa e così avvenne. 
Il 22 dello stesso mese, dopo aver pregato per lungo tempo prostrato per terra, ricevette il Corpo del Signore con la più profonda riverenza e divampando d'amore. I suoi ultimi istanti erano degni della sua vita. Per qualche secondo sembrò agitato come se cercasse qualcosa. 
Il mio libro – mormorò sommessamente – voglio il mio libro”. Coloro che erano presenti non sapevano di quale libro intendesse parlare e perciò ne portarono in quantità al suo capezzale, ma egli non si mostrò soddisfatto. 
Finalmente uno dei suoi confratelli gli porse un crocifisso, appena avutolo fra le braccia se lo strinse al cuore e traboccante di gioia esclamò: “Oh, sì, questo è il mio libro! Da esso io ho appreso ogni cosa; esso mi ha insegnato come seguire le orme del Maestro e mi ha mostrata la Via del cielo”. 
In te Domine speravi: non confundar in aeternum. Queste parole del salmo trentesimo furono le sue ultime. Terminato appena di pronunciarle, passò alla chiara visione dell'Unico e Solo Bene e il suo mortale soggiorno vide la fine. 
Quando la notizia della sua morte giunse a Firenze, tutti i suoi confratelli furono oppressi dal più grande dolore, ma nessuno fu toccato profondamente come lo fu Giuliana. 
Egli l'aveva ben preparata a questa dura prova, è vero, e l'aveva esortata a sopportarla con pazienza, ma ciò nonostante la sua giovane anima giacque prostrata dal dolore al pensiero che colui, il quale era stato suo conforto e sua guida lungo il sentiero che era stata destinata a percorrere, non esisteva più. 
La terra senza di lui sembrava arida e grigia; le tenebre crescevano velocemente e il peso che era stato posto sulle sue spalle fin dall'infanzia diveniva più opprimente e più duro a portarsi. 
“Ma che forse la via serpeggia la collina e sale continuamente? Sì, fino alla sommità. E il giornaliero cammino durerà l'intero dì? Dalla mattina alla sera, o mio amico”. 

San Filippo Benizi




Basilica Patriarcale di San Pietro
Santa Giuliana Falconieri 


Sesta Parte 
Tratto liberamente da: Maria Conrayville, La Santa dell'Eucarestia, Santa Giuliana dei Falconieri. Ed. L'Addolorata, Basilica SS.Annunziata, Firenze 1938. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano