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lunedì 12 ottobre 2015

IL CAMMINO DI FEDE DI SAN GIUSEPPE DEL SERVO DI DIO FRA ANASTASIO DEL SANTISSIMO ROSARIO CARMELITANO SCALZO - PARTE SECONDA.



IL CAMMINO DI FEDE DI SAN GIUSEPPE 
 DEL SERVO DI DIO 
FRA ANASTASIO DEL SANTISSIMO ROSARIO 
 CARMELITANO SCALZO 





Dal Vangelo secondo San Matteo 
(Mt 1,16.18-21.24) 
 Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, 
chiamato Cristo. 

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, 
essendo promessa sposa di Giuseppe, 
prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta 
per opera dello Spirito Santo. 
Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, 
pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, 
ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: 
«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere 
con te Maria, tua sposa. 
Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 
ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: 
egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. 

Guardiamo come questo santo Patriarca, l’ultimo del Vecchio Testamento e il primo del Nuovo, ha interpretato la sua vita.

La vita è quella che è e gli uomini la interpretano attraverso la varietà delle ideologie e hanno tutti da proporre un loro vangelo. Noi abbiamo un solo Vangelo, quello di nostro Signore Gesù Cristo, che è venuto dal Padre per portarci al Padre. Ma bisogna che ci lasciamo portare, bisogna che viviamo continuamente l’esperienza dell’esodo, dimenticando le cose terrene per andare verso Dio. 

San Giuseppe si è lasciato travolgere dal Signore e condurre per strade misteriose. Ha rinunciato a capire e ha accettato di credere; ha rinunziato a possedere e ha accettato di essere posseduto; ha rinunziato a comandare e ha accettato di obbedire.

Una creatura che potremmo definire << senza pretese >>.

Eppure, credendo, si è lasciato condurre dal Signore e questi lo ha introdotto in un mondo particolarmente intimo nel mistero 
dell’Incarnazione e della salvezza. 

Lasciandosi portare dal Signore, San Giuseppe è diventato il contemplativo dell’Incarnazione del Cristo. L’ha contemplata nella verginità meravigliosa, incorrotta e feconda della sua Sposa; ha visto fiorire da questo roveto ardente il frutto benedetto dello Spirito, Gesù Salvatore, e così è stato vicino, anzi bene addentro al mistero del Dio fatto uomo. 

In questo mistero si è lasciato coinvolgere ciecamente. E in effetti, che altro poteva fare? Si è fidato,, con una libertà interiore ammirabile, con una umiltà felice e stupenda, che non ha mai avuto pretese. In questa disposizione interiore, si potrebbe dire che non ha mai dovuto fare distacchi, poiché non aveva attacchi da rimuovere. 

Lo stesso mistero dell’Incarnazione, possiamo dire che non lo ha voluto: vi è stato coinvolto, ma per gli altri. Lui è stato come un’ombra che, finché è stata utile, è rimasta lì a temperare il mistero sovrumano; poi se ne è andato nelle braccia di Dio. 

Un bell’itinerario che non si può raccontare, perché è inesprimibile, ma del quale si percepisce la ricchezza veramente consolante per la nostra vita. 

FONTE: Card. Anastasio Ballestrero, OCD, 
Il Cammino di Fede di San Giuseppe, Ed. OCD, 1993. 


LAUS  DEO

 Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano