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domenica 30 dicembre 2012

PADRE GIUSEPPE ANTONIO DA MELILLI LETTORE E PADRE VINCENZO DA CALTAGIRONE PROVINCIALE , CAPPUCCINI .



MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .


PADRE GIUSEPPE ANTONIO DA MELILLI LETTORE CAPPUCCINO .

Apparteneva costui ad una delle famiglie Passanesi . Da fanciullo venne educato nella PIETA’ , nella frequenza dei SACRAMENTI e nell’Osservanza dei Precetti di DIO e della Chiesa .
Ben presto la vicinanza della sua casa al nostro Convento , i saggi consigli dei parenti e dei Religiosi , la bontà dei suoi irreprensibili costumi , e più che tutto , le CELESTI ISPIRAZIONI che sentiva nel suo VERGINE CUORE , lo trassero alla Sequela del PATRIARCA D’ASSISI nel nostro Istituto .
Vestì la povera divisa di Cappuccino , e fu ammesso nel Noviziato , dal qual uscì giovane Saggio , Fervoroso , di liete speranze per la Provincia .
Si applicò quindi alle belle lettere e alla scienze Sacre , che meglio si addicono al Sacerdotale Ministero . Divenuto poi UNTO del SIGNORE e avuta , previo esame , la patente di Predicatore , si ritirò , parecchi anni nel nostro cenobio di Calascibetta per Studiare Profondamente in quella Biblioteca , una delle più fiorenti della Provincia , ove compose il suo Quaresimale ed altre Prediche con alcune Mute di Spirituali Esercizi , nella Predicazione dei quali Mirabilmente si DISTINSE .
Indi per Obbedienza si ritirò nel Patrio Convento , in cui dimorò finché visse , uguale sempre
a se stesso .
RISPLENDEVANO IN QUEST’UOMO I LINEAMENTI DEL PATRIARCA D’ASSISI E DEL DOTTORE SERAFICO .
Era Umile , senza affettazione , mansueto , dolce , familiare a tutti senza volgarità , opportunamente faceto senza leggerezza , CONSULTATO DA TUTTI , anche dai Preti , ma senza sua ostentazione . RIGIDO OSSERVATORE DELLA POVERTA’ non permetteva che in modo alcuno e sotto diversi pretesi si fosse offesa , contro la volontà espressa del SANTO LEGISLATORE .
Quando veniva a conoscere che si preparava carne o pesce per la mensa dei Religiosi , soleva domandare se l’una o l’altro erano stati comprati oppure offerti dai Benefattori .
Nel primo caso non li mangiava , nel secondo sì - Prestandogli i devoti al denaro come elemosina di Messa , EGLI NEMMENO VOLEVA TOCCARLO CON LE MANI , MA OFFERIVA LA MANICA DELL’ABITO , donde poi era deposto sul tavolo del Superiore .
In ogni cosa , nel vestire , nella stanza , nei cibi amava sempre l’uso POVERO e di PROVARE gli effetti del VOTO , che oltre dell’OBBEDIENZA e della CASTITA’ AVEVA FATTO A DIO .
Dettò lezione di scienze Sacre alla nostra gioventù , e dalla sua scuola uscirono diversi Padri che si distinsero per Pietà e Sapere , principalmente l’ex Provinciale Angelo da Sortino che per vari anni dimorò nel Convento di Melilli , e fu sì retto , adornò di tanta PERFEZIONE RELIGIOSA , Dotto e Pio , che si ritenne come uno dei più BELLI ornamenti della Siracusana Provincia in questi ultimi tempi . Egli stesso soleva dire in lode dell’antico Maestro che il Lettore Giuseppe Antonio era CHIAMATO ai suoi tempi il SAN FRANCESCO della Provincia .
Si segnalò nella Predicazione degli Esercizi Spirituali , e particolarmente nella PARTE ISTRUTTIVA , sia nei Conventi , sia nella MADRE CHIESA della Patria , o altrove .
Predicando , il suo portamento e il suo dire avevano del serio e del grazioso , ed era esatto nella Dottrina , castigato nella Parola , fervido e pieno di Unzione nel MUOVERE gli affetti .
Pochi anni prima che morisse IDDIO lo volle assoggettare alla dura prova della cecità , ed ecco in qual maniera . Si soleva Festeggiare , come oggi si fa , nella nostra Chiesa ogni anno in Settembre l’ADDOLORATA , anche con qualche Solennità esterna .
Fu deposto un sacco di polvere nella sua Cella , e quindi si mosse dubbio sulla qualità di essa .
Egli che si trovava solo , ne prese alcuni acini , quali appena accesi , la fiamma si comunicò in tutto il sacco .
Lo scoppio e il fetore trassero in un istante gli spaventati Religiosi , che trovarono lo sventurato prosteso a terra semivivo , e non si sa come , fuori la Cella , già fessa e piena di fumo .
Si prestarono tutti i soccorsi alla vita del paziente , il quale però rimase cieco .
Sciagura fu questa che egli soffrì con rassegnazione , senza perder punto la sua naturale e virtuosa amenità , espressa in tutte le occasione favorevoli o infauste col ripetere :
<< Sia per Amore di Dio >> .
Durante la prefata cecità , aiutato dal suo bastoncello e assistito da qualche Frate che lo faceva scendere in Chiesa , proseguì la sua VITA APOSTOLICA Predicando e Ascoltando le Sacramentali Confessioni sino agli ultimi giorni , finché Settuagenario il 5 Agosto del 1819 , terminata questa mortale carriera , COMINCIO’ A VIVERE PER GLLI ANNI ETERNI .
I cittadini accorsero numerosi attorno alla bara del defunto , già trasportato nella nostra Chiesa , e proclamandolo Santo facevano a gara per aversi un pezzettino della sua Tonaca , sicché i Religiosi dovettero supplirne un’altra .
Per mezzo di lui IDDIO si compiacque concedere diverse Grazie , delle quali per brevità raccontiamo la seguente . Era gravemente infermo un certo Ferdinando Cianfrino , fratello germano di un altro Padre Giuseppe Antonio venuto all’Ordine più tardi del primo , di cui prese il nome .
L’AMMALATO SE NE STAVA A LETTO CON UN TUMORE AL GINOCCHIO , CHE DOVEVA ASSOGGETTARE AL TAGLIO , E GIA’ IL CHIRURGO CANNATA ERA PREPARATO PER LA DOLOROSA OPERAZIONE . LA SERA PRECEDENTE FU CONSIGLIATO L’INFERMO DI APPLICARE SUL GINOCCHIO UN PEZZETTO DELLA TONACA DEL SERVO DI DIO .
LA MATTINA ANDO’ IL CHIRURGO E TROVO’ FERDINANDO ALZATO DAL LETTO INTERAMENTE GUARITO .
<< RIMASTO ATTONNITO DI QUELLA NOVITA’ ATTESTO’ CHE SENZA UN MIRACOLO , DI CUI SAREBBE PRONTO A FAR FEDE GIURATA , NON POTEVA QUELLA AVVERARSI >> .


PADRE VINCENZO DA CALTAGIRONE PROVINCIALE CAPPUCCINO .

Questo Padre Vincenzo , della famiglia Mingrino , dopo di avere nel Convento di Caltagirone e nella Provincia sostenuto con decoro diverse cariche , di Guardiano , di Lettore della nostra gioventù e di Definitore eletto nel 1791 , fu assunto due volte al Provincialato ; la prima nel Capitolo di Lentini il 27 Maggio 1794 , e la seconda in quello celebrato nella stessa città il 12 Maggio 1802 .
Fu uomo di ORAZIONE , di Studi e di governo , e l’ultimo che FIORI’ nel Convento di Caltagirone di cui parla Mons. Mario Nineo Jannì , dandoci questi pochi cenni :
<< Ultimo a ricordarsi è il Padre Vincenzo Mingrino… socio dell’Accademia Calatina e Predicatore ACCLAMATISSIMO .
Studioso della storia del proprio Convento , aveva già intrapreso a scrivere la vita del Padre Innocenzo , ma non poté schizzarne se non i primi capitoli , i quali non riuscirono altro che un compendio dell’Itinerario .
Promosse l’OPERA stupenda degli adorni della Sepoltura dei Frati , che allogò al Padre Bonaventura Paternò , RINCALORI’ la DEVOZIONE alla VERGINE ADDOLORATA e morì in età di 82 anni , dei quali 65 ne aveva passati Monaco , il 1° Febbraio del 1825 . ( 1 ) >> .

( 1 ) - Questa sepoltura in cui si esponevano alla vista dei riguardanti i cadaveri dei Monaci ed anche di taluni Secolari in veste da Frate , a bello studio secchi , era una meraviglia di arte e di pazienza , poiché sulle pareti all’intorno , il suddetto Paternò aveva condotto bellissimi disegni , a scudi e fiori , di piccole ossa di morti , intrecciate e inanellate così , che componevano il più gentile bassorilievo .
Profittiamo di questa occasione per rendere i dovuti ringraziamenti a Mons. Mario Jannì , CAMERIERE D’ONORE IN ABITO PAONAZZO DI S. S. LEONE XIII , PROF. DI TEOLOGIA DOGMATICA E DI S. ELOQUENZA , DIRETTORE DELLA POLIANTEA ORATORIA DI PALERMO E BEN CONOSCIUTO NELLA REPUBBLICA LETTERARIA ; perché con tanto AFFETTO ALL’ORDINE in età giovanile , al 1871 , ebbe la premura di RACCOGLIERE e PUBBLICARE la Biografia del Padre Innocenzo Marcinò con appendice do cenni sui più ILLUSTRI CAPPUCCINI CALTAGIRONESI .
Oh ! - se si fosse fatto lo stesso per i Frati degli altri Conventi della Provincia !
Allora avremmo trovato pronto altro materiale per queste MEMORIE .
A LUI QUINDI LODE .
E’ STATO IL PRIMO CHE SI SIA INTERESSATO DEI NOSTRI .
Dopo del suo troviamo soltanto un altro grazioso lavoretto di Salvatore Damaggio Cavarra con il titolo : I Cappuccini in Terranova di Sicilia , 1895 .

* DESIDERIAMO CHE IL LORO ESEMPIO SIA SEGUITO DA ALTRI PER AVERCI POI UNA MONOGRAFIA COMPLETA DELLA PROVINCIA .



                                                                                           FINE

                                                                                      LAUS DEO

                                                                                    Pax et Bonum


                                                                     Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                              Terziario Francescano


MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .

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mercoledì 19 dicembre 2012

FRA FILIPPO DA PALAZZOLO ACREIDE LAICO CAPPUCCINO .



MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .


FRA FILIPPO DA PALAZZOLO ACREIDE LAICO CAPPUCCINO .

Di un altro Laico , INSIGNE PER RELIGIOSA PERFEZIONE E PER DONI RICEVUTI DA DIO , dobbiamo ora tener parola . E’ questi Fra Filippo da Palazzolo Acreide .
Egli entrò nell’Ordine nostro per il solo fine di STACCARSI dal mondo , SERVIRE CON FEDELTA’ L’ALTISSIMO e assicurare la sua ETERNA SALVEZZA .
I fatti ben corrisposero ai suoi retti propositi , perché in tutto il tempo che dimorò in Religione fu VISTO SEMPRE AVANZARSI DI VIRTU’ , dare di sé BUONO ODORE , Mortificarsi con la Penitenza e Faticare per l’acquisto del CIELO , UNICA META DEI GIUSTI .
Le virtù però che si VIDERO in lui primeggiare furono l’UBBIDIENZA , l’ORAZIONE e l’UMILTA’ . Con la PRIMA sottometteva in tutto la sua volontà a quella del superiore , che tiene il LUOGO DI GESU’ CRISTO . Essendogli dato il laborioso Ufficio do ortolano , egli l’eseguì sino alla vecchiaia , lavorando senza lamentarsi , e accettando l’impiego come DATO DA DIO , per la cui GLORIA egli faticava e soffriva .
La SECONDA l’Orazione era il pascolo più dolce del suo Spirito : in essa si tratteneva tutto il tempo che aveva libero , sia di giorno sia di notte : spesso visitava CRISTO IN SACRAMENTO e a LUI sfogava con sospiri e pianti il suo tenero cuore :
ONORAVA E PREGAVA L’IMMACOLATA e teneva spesso sottocchio una medaglia che la rappresentava e che portava nel suo ROSARIO : anche in mezzo alle occupazioni e ai lavori manuali AVEVA DIO PRESENTE , e nulla faceva che non fosse stato diretto a maggior ONORE DI LUI , eseguendo così il detto dell’Apostolo : << Omnia in Gloriam Dei facite >> .
La TERZA l’Umiltà , FONDAMENTO d’ogni VERA PERFEZIONE , in lui era ben radicata , e si vedeva RISPLENDERE nel suo PORTAMENTO, nelle sue PAROLE , nelle sue OPERE , nel vestire , nella stanza , in TUTTO .
Qualche volta , trovandosi nell’orto , non udiva il solito segno della campana che chiamava i Frati alla povera mensa . Essi andavano in refettorio , ma prima per celia serravano la porta della selva .
Fra Filippo poi tornava , bussava sommessamente , e non essendogli aperto , senza punto turbarsi , se ne stava lì a Pregare .
GESU’ CRISTO DICE CHE CHI SI UMILA SARA’ ESALTATO . Qui se humiliat , exaltabitur .
<< Questa esaltazione compiuta la dà in Cielo ; ma la comincia a dare anche in terra a quelli che lo temono , perché essi godono del sentimento della buone coscienza , e sono da lui DIFESI E PROTETTI , sino a dire il PIETOSO SALVATORE , parlando ai giusti : UN CAPELLO NON CADRA’ DALLA VOSTRA TESTA SENZA LA VOLONTA’ DELL’ETERNO PADRE CHE STA NEL CIELO : Capillus de capite vestro non peribit . Tante volte i Santi sono da lui anche esaltati in faccia ai popoli coi MIRACOLI , che sono sospensioni delle leggi ordinarie della natura >> .
Fra Filippo era Umile , sentiva bassamente di sé , si riconosceva e si rivelava innanzi agli altri quale uomo di nulla . NELLA SUA UMILTA’ FU ESALTATO ANCHE IN QUESTA VITA E COI MIRACOLI . Trovandosi nel Noviziato si spezzò un grande vaso ripieno di olio .
I Frati presenti restarono attoniti e confusi , sì per la perdita dell’olio come per l’infausta notizia che dovevano dare al Superiore . Fra Filippo che si trovava li non si scoraggiò ; ANZI PIENO DI FEDE IN COLUI CHE TUTTO PUO’ , col mantello coprì il vaso mentre gli altri raccoglievano l’olio di terra . Tolse poi il mantello , e il vaso si trovò interamente SANO E PIENO D’OLIO , come lo era avanti .
Il Maestro dei Novizi non volendolo credere al PRODIGIO che i Frati come testimoni oculari raccontavano , ORDINO’ a Fra Filippo di riempire d’acqua un paniere ; ed egli lo fece senza esitazione alcuna .
Essendo il paese in grande scarsezza di vino , i poveri Religiosi erano costretti a provarne con più ragione il bisogno .
Un dì il nostro Laico si presentò al Guardiano , pregandolo di dargli il permesso a Questuarne qualche poco .
Questi acconsentì ; e il Fraticello si accinse all’opera , girando di qua e di là , ma indarno .
Allora PREGO’ IL SIGNORE che provvedesse LUI STESSO , direttamente , LA FAMIGLIA DEL PADRE SERAFICO SAN FRANCESCO SUO FEDEL SERVO , e all’istante si sentì ISPIRATO a portarsi alla fontana del Fiume grande , che scaturisce nella nostra selva .
Ivi giunto con quella semplicità e FIDUCIA CHE SONO PROPRIE DEI SANTI riempì la zucca di acqua e si ritirò al Convento . QUELL’ACQUA FU MUTATA IN VINO , CUI I FRATI APPENA ASSAGGIATO , NON SAPEVANO DONDE FOSSE VENUTO .
Il signor Alfio Solicato ed altri tre compagni si portarono un dì nel nostro orto per trovarvi il buon Frate .
Ivi giunti , entrarono nella grotti cella , ove Fra Filippo soleva conservare le povere masserizie necessarie per la coltivazione dell’orto ; ma lui non videro ; onde si divisero e bevvero il vino di un fiaschetto che ivi trovarono , e che Fra Filippo soleva dare a bere a quelli che lo aiutavano nella coltura dell’orto . Usciti poi , e camminando di qua e di là , mirarono il Devoto Laico intento a lavoro . Lo salutarono , ed esposto il motivo della loro venuta , stavano per licenziarsi , quando Fra Filippo GENTILMENTE LI OBBLIGO’ a condursi con lui nella grotticella e bere un po’ di vino del suo fiaschetto .
Essi si scusavano in tutti i modi , ma poi per non rendersi sospetti del furto , accettarono l’invito . Ma quale non fu la loro SORPRESA NEL TROVARE PIENO DI VINO IL FIASCHETTO CHE AVEVANO VUOTATO ?
All’istante domandarono perdono al Servo di Dio della celia che avevano inteso fargli , a cui egli rispose :
<< MARIA IMMACOLTA HA OPERATO QUESTO PRODIGIO . RENDIAMO A LEI LE DOVUTE GRAZIE >> .
Fra Filippo nell’umile impiego di ortolano non cessava di esercitare la CARITA’ e di SOCCORRERE il prossimo nei BISOGNI , somministrando agli indigenti che andavano da lui verdure mangerecce .
Un povero uomo , padre di numerosa famiglia spesso si portava a domandargli l’elemosina , e questi di BUON CUORE dava un mazzo di cavoli .
Quell’uomo credendo una volta di dare alla famiglia una pietanza più abbondante , dopo aver ricevuta la solita elemosina segretamente TAGLIO’ MOLTI ALTRI CAVOLI , NE FECE UN FASCIO E SE LI PORTO’ IN CASA dicendo : STASERA I MIEI FIGLI FARANNO LA PASQUA .
RIMASE PERO’ DI SOMMO STUPORE COLPITO , QUANDO NEL DISTRIBUIRE QUELL’ABBONDANTE VERDURA , OGNUNO RICEVEVA LA STESSA QUANTITA’ CHE AVEVA AVUTO NEL PASSATO .
Il M. R. Giacinto da Palazzolo Acreide che tali MERAVIGLIE ha registrato , aggiunge un altro prodigio CONFERMATO CON GIURAMENTO della stessa persona che lo aveva visto .
Fra Filippo mandò un giorno ad attingere acqua un giovane che faticava nell’orto .
Questi gli chiese il recipiente , e quegli gli rispose : ECCO LA’ UN PANIERE PRENDILO E VA .
RISE IN SUO CUORE IL GIOVANE PER LA NOVITA’ DEL COMANDO , MA PURE OBBLIGATO DALL’UOMO DI DIO , UBBIDI’ .
GIUNTO ALLA FONTANA CHE E’ DAVANTI ALLA GROTTA DELL’ORTO , MISE IL PANIERE SOTTO IL CANALETTO , ED ECCO IL “ MIRACOLO ” , LO RIEMPI’ D’ACQUA SINO ALL’ESTREMITA’ , lo portò seco stupefatto e lo presentò all’umile Frate , che da quella occasione prese argomento a PARLARE DELL’IMMENSA BONTA’ DEL SIGNORE .
Continuando nell’esercizio delle suddette TRE VIRTU’ , che tutte le altre compendiano , e nelle meraviglie che L’ONNIPOTENTE per lui si DEGNAVA OPERARE , CARO A DIO , ai Religiosi , al popolo , alla Provincia , egli si ridusse alla vecchiaia , nella quale non cessava , in quel modo che poteva , di lavorare , di castigare il suo corpo e di mortificare la sua volontà .
Colpito poi dall’ultima infermità che doveva trascinarlo al sepolcro , si rassegnò ai DIVINI VOLERI , chiese di essere munito dei RELIGIOSI CONFORTI e , attorniato dai Frati che PREGAVANO per lui , spirò nel BACIO DEL SIGNORE il dì 30 Marzo 1817 .



                                                                                  FINE

                                                                             LAUS DEO

                                                                           Pax et Bonum


                                                          Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                   Terziario Francescano


MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .

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domenica 9 dicembre 2012

PADRE LUIGI DA CASTROGIOVANNI PROVINCIALE E FRA GIUSEPPE DA MINEO LAICO , CAPPUCCINI .



 MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .


PADRE LUIGI DA CASTROGIOVANNI PROVINCIALE CAPPUCCINO .

Di specchiate e singolari virtù fu adorno il Padre Luigi da Castrogiovanni .
PERFETTO OSSERVANTE DELLA REGOLA che aveva professata e delle Costituzioni dell’Ordine , si DISTINSE specialmente nella POVERTA’ SERAFICA , per la pratica della quale mostrava in ogni cosa STRAORDINARIO ZELO .
Trovandosi SUPERIORE in vari Conventi , INCULCAVA ai Frati Laici di NON QUESTUARE più di quanto esigevano i veri BISOGNI delle Comunità in quel solo giorno , RIPONENDO TUTTA LA SUA FIDUCIA NELLA DIVINA PROVVIDENZA , LA QUALE NON LASCIA DI SOCCORRERE COLORO CHE TEMONO IL SIGNORE E ADEMPIONO I PROPRI DOVERI .
In prova di che si narra che una volta , in tempo di trebbia , i Frati Laici giravano al solito per le campagne , Questuando del GRANO , e avevano già accumulato circa ettol. 8 di frumento .
Il Padre Luigi allora Superiore del Convento se ne accorse e VIETO’ di CONTINUARE la Questua .
Si afflissero a questa proibizione i Laici e dissero che si trovavano nel meglio della Questua e che molti Benefattori li attendevano per far loro l’elemosina , necessaria per altro ad una numerosa famiglia , oltre ai molti poveri .
Rispose loro il Guardiano :
<< NO , NON VOGLIO . BASTA SIN QUI . NOI ABBIAMO DUE FEUDI , IL CORO E LA PORTA ; NEL PRIMO SI FANNO PREGHIERE AL SIGNORE PER SANTIFICARE NOI E TUTTI I FEDELI . NELLA SECONDA SI DISTRIBUISCE IL PANE AI POVERELLI , CHE RAPPRESENTANO LA PERSONA DI GESU’ CRISTO . DA QUESTI DUE FEUDI CI VIENE E CI VERRA’ SEMPRE LA PROVVIDENZA PER IL NOSTRO CORPORALE SOSTENTAMENTO .
CI BASTI DUNQUE IL GRANO CHE SI E’ RACCOLTO >> .
Non passarono infatti che pochi mesi , e quando era consumato il frumento , ECCO DIVERSI BENEFATTORI CONDURRE al cenobio chi un ettolitro e chi più o meno di grano .
Così si AVVERO’ l’INTERVENTO della PROVVIDENZA non solo per il vitto necessario ai Frati ; ma ancora per una Abbondante Elemosina da farsi ai POVERELLI nella porta .
Fu GRANDEMENTE DEVOTO DELLA SS. VERGINE SOTTO IL TITOLO DI VISITAZIONE , Patrona della sua Patria . In ESSA poneva dopo DIO tutta la sua Confidenza , la PREGAVA , L’ONORAVA , E SPESSO SECO LEI SI TRATTENEVA IN FAMILIARI COLLOQUI .
Per le sue RARE QUALITA’ di mente e di cuore , dopo di essere stato innalzato alle varie cariche di Guardiano , di Lettore , di Missionario e di Definitore , nel Capitolo di Biscari ( Acate ) il 3 Gennaio 1786 fu Eletto pure Ministro Provinciale ; nel quale Ufficio tutta la sua premura era quella di caldeggiare sia con l’opera , sia con la parola , con i consigli , con le ammonizioni e con le circolari la Religiosa Osservanza , per la quale era pronto ad OGNI SACRIFICIO .
Da TUTTI ERA TENUTO COME UN PADRE DI ALTA SANTITA’ , onde lui si ricorreva negli Spirituali e temporali bisogni .
Il popolo di Enna , oggi Castrogiovanni , SPERIMENTO’ SPESSO L’EFFICACIA DELLE ORAZIONI DI LUI , per la cui cooperazione fu ricostruita la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo .
Si racconta che egli assiduamente e di presenza assisteva ai lavoratori , e che una volta si trovava con essi sopra la fabbrica , quando un manovale che vi portava una brocca di acqua , salito l’ultimo scalino della scala , cadde a terra .
Tutti gli astanti si commossero , gridando pietosamente : GESU’ , MARIA !
Il Padre Luigi però fiducioso nel patrocinio della VERGINE , senza punto scomporsi :
<< NON VI TURBATE , DISSE , CHE NON OCCORRE ALCUN DANNO >> .
Allora essi guardando attonniti il manovale , lo videro all’impiedi sano e salvo , senza alcuna lesione , con la brocca vicina ancora piena d’acqua .
Dagli astanti questo fatto venne REPUTATO PRODIGIOSI e divulgato in tutta la città .
Altra volta il popolo Ennese era molto tribolato per la carestia di quell’anno , e più per una siccità estrema nei mesi di Marzo e Aprile , onde le piante ed i seminati erano in pericolo di seccare .
Tutti quindi presagivano una pessima , anzi negativa raccolta , che avrebbe prolungata la carestia .
Erano rimaste inesaudite le continue PREGHIERE indirizzate in privato ed in pubblico all’ALTISSIMO dai lacrimosi fedeli , i quali alla fine risolvettero di RECARSI nel nostro Convento per trovare il Padre Luigi e scongiurarlo a portarsi con loro alla Chiesa Madre , per PREGARE LA MADONNA alla cui Protezione è affidata l’antica città .
Il Padre Luigi sulle prime pensava di negarsi , rimproverando anzi quell’affollato popolo , e dicendo che esso non meritava affatto la Grazia Domandata a causa dei suoi peccati e delle offese fatte a DIO e alla VERGINE MADRE .
Indi commosso dalle LACRIME e SOSPIRI di quei ferventi fedeli si recò con essi alla Chiesa Madre in atteggiamento di Penitenza e di Umile PREGHIERA .
Arrivati che furono , egli fece svelare il SIMULACRO DELLA MADONNA , salì il Pulpito e Predicò con immenso fervore , RIVOLGENDOSI ORA ALLA MADONNA CON PREGARLA DI CONCEDERE LA PIOGGIA SI VIVAMENTE DESIDERATA , ed ora il popolo piangente per eccitarlo sempre più alla fede , al PENTIMENTO e alla PREGHIERA .
In questo frattempo nell’orizzonte , che sino allora era stato sereno e limpido , COMPARVE UNA NUVOLETTA , LA QUALE GRADO GRADO CRESCENDO E LARGAMENTE ESTENDENDOSI , SI SCIOLSE IN BENEFICA PIOGGIA , CHE RISTORO’ LE ARSE CAMPAGNE e consolò quel popolo , A CUI FECE AMMIRARE L’EFFICACIA DELLE ORAZIONI del Padre Luigi e la BONTA’ DI MARIA , che in quelle strettezze SI ERA MOSTRATA PIETOSA E BENEFICA VERSO I SUOI DEVOTI .
Un uomo di tanta virtù , sì GRADITO ALLA VERGINE e al popolo sì caro , dopo una lunga vita austera e penitente MERITAVA DALLA MISERICORDIA DEL SIGNORE IN PREMIO UNA CORONA DI GLORIA .
Avendo da forte atleta combattuto contro le disordinate passioni , serbata costantemente la FEDE ai VOTI SOLENNI e consumato il corso dei suoi giorni di questa vita mortale , ben poteva ripetere con l’APOSTOLO :
<< Reposita est mihi corona iustitiae >> .
E questa CORONA nutriamo fiducia che l’ETERNO GIUDICE gli abbia CONCESSO nel 1810 , quando egli fra le Lacrime dei Religiosi e dei fedeli abbandonò la valle del pianto , addormentandosi placidamente nel sonno dei GIUSTI .


 FRA GIUSEPPE DA MINEO LAICO CAPPUCCINO .

Di costui non sappiamo se non che in varie occasioni MOSTRO’ DI POSSEDERE IL DONO DEI MIRACOLI .
Ciò basta a farci argomentare della sua VIRTU’ IN GRADO EROICO ; giacché sebbene i DONI SOVRUMANI GRATUITI DA DIO NELLA SUA IMMENSA SAPIENZA POSSA CONCEDERE ANCHE AI PECCATORI , PER L’ESECUZIONI DEI SUOI ALTISSIMI FINI , pure secondo l’economia ordinaria della dispensazioni della GRAZIA non li ACCORDA SE NON A COLORO CHE , FACENDO CONTINUA VIOLENZA A SE’ STESSI E MORTIFICANDO L’UOMO VECCHIO , FANNO RIVIVERE IL NUOVO SECONDO L’IMMAGINE DI GESU’ CROCIFISSO , UNICO MEDIATORE FRA DIO e gli uomini .
Il Necrologico della Provincia venendo in conferma di quanto affermiamo , ci dice , che Fra Giuseppe da Mineo morì in FAMA DI SANTITA’ .
Ciò vuol dire che egli FEDELMENTE OSSERVO’ I VOTI PROFESSATI , SI MANTENNE RELIGIOSO SECONDO IL CUORE DI DIO , FREQUENTO’ I SACRAMENTI CHE SONO LE SORGENTI DELLA GRAZIA ; fu Esemplare , Modesto , Devoto , Paziente , PIENO DI CARITA’ VERSO DIO E VERSO IL PROSSIMO .
Non può essere nel rigore della PAROLA SANTO IN MORTE CHI NON E’ STATO TALE IN VITA :
<< Qualis vita , finis ita >> .
Ancora si conserva in Mineo VIVA LA MEMORIA delle Virtù di Fra Giuseppe e dei PRODIGI che OPERO’ .
Raccontiamo il seguente .
Un giorno del mese di Maggio portatosi a Questuare del vino per i bisogni dei poveri frati , andò a domandarlo per Carità alla signora Donna Agrippina Cocuzza Benefattrice del Convento , la quale al vedere Fra Giuseppe col solito fiasco , afflitta perché non aveva che dargli , gli disse :
Fra Giuseppe nella botte non sta più vino ; ecco la chiave della cantina , andate e vedete con i vostri occhi ; il vino scorre appena , e se voi potete riempire il fiasco , riempitolo pure .
Fra Giuseppe allora si portò nel luogo designato , ivi si pose in ginocchio , FECE UN PO’ DI ORAZIONE , QUINDI ALZATOSI RIEMPI’ IL FIASCO DI VNO PRELIBATISSIMO , e ritornò a restituire la chiave alla padrona , dicendole :
<< SIGNORA ECCO LA CHIAVE . NELLA BOTTA VI E’ MOLTO VINO : VI AVVERTO DI NON SPOTTERLARLA >> .
La padrona volle assicurarsi del fatto e non trovò alcuna difficoltà .
ESSA ATTINSE VINO NON SOLO PER TUTTO IL TEMPO DELLA MESSE E DELLA TRABBIA , MA PURE SINO AGLI ULTIMI DI SETTEMBRE , quando suol farsi il raccolto del mosto .
Questo in quell’anno fu sì copioso , che essa non aveva dove riporlo , ONDE RISOLVETTE DI TOGLIERE IL PORTELLO ALLA BOTTE CHE SINO ALLORA AVEVA MANDATO FUORI IL SOLITO VINO . MA QUAL FU LA SORPRESA QUANDO SI ACCORSE , CHE IN ESSA NON SOLO NON SI VEDEVA SEGNO DI UMIDITA’ , MA ERA ANZI TUTTA COPERTA DI RAGNATELE ?
PER CUI EBBE MEGLIOA CONVINCERSI CHE QUELLA QUALITA’ DI VINO CHE SINO A QUEL DI’ AVEVA ATTINTO , ERA STATA PRODIGIOSA E RICEVUTA PER I MERITI DI FRA GIUSEPPE . Da altri FATTI che si narrano di lui si rileva che egli VEDEVA PURE LE COSE OCCULTE E LE LONTANE , E CHE DIO SI MOSTRAVA AMMIRABILE NEI SANTI SUOI , COMUNICANDO LORO LA SUA VIRTU’ , SI COMPIACEVA DI RENDERSI GLORIOSO IN UN POVERO FRATICELLO , CHE ERA RIEMPITO DEL SUO SPIRITO E DELLA SUA ARDENTE CARITA’ .
Per tali Meraviglie il popolo di Mineo nutriva GRANDE FIDUCIA nelle ORAZIONI di Fra Giuseppe , a cui si rivolgeva nei suoi bisogni , mentre egli sempre Umile si riconosceva il più miserabile di tutti , attendendo a Santificare se stesso con la pratica indefessa di tutte le virtù e l’osservanza della regolare disciplina .
Mentre però in vita privata Ascendeva di Virtù in Virtù sino al VERTICE della PERFEZIONE RELIGIOSA , non cessava di far bene agli altri con l’esemplarità e la Purezza dei Costumi , le Preghiere , i consigli e le correzioni .
Essendo vecchio di anni , di Religione e di meriti fu sorpreso dall’ultima infermità che doveva ridurlo alla polvere , di cui era stato plasmato .
DOMADO’ I SACRAMENTI , ricevuti i quali si mise in agonia e dolcemente spirò .
I fedeli che lo avevano AMATO ed AMMIRATO in vita , si riversarono a folla nella nostra Chiesa per vederne l’esamine spoglia e PREGARE per la PACE ed ETERNO RIPOSO di COLUI che tanto per essi AVEVA PREGATO .
La sua morte avvenne nel 1811 .



                                                                                 FINE

                                                                            LAUS DEO

                                                                          Pax et Bonum


                                                          Francesco di Santa Maria di Gesù 
                                                                   Terziario Francescano


 MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBLLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .

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mercoledì 5 dicembre 2012

PADRE INNOCENZO DA TERRANOVA LETTORE E PADRE TOMMASO DI AVOLA DEFINITORE , CAPPUCCINI .



MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .


PADRE INNOCENZO DA TERRANOVA LETTORE CAPPUCCINO .

Per ragione cronologica diamo il primo luogo anche in questo secolo , come facemmo nel secolo XVIII , ad un Frate di Terranova che molto si distinse per vastità di scibile , e che morì a 57 anni di sua età . L’egregio signor Damaggio scrive di lui questi cenni biografici :
<< Rev. Padre Lettore Innocenzo Arancio , Sommo Filosofo , gran Matematico , eccelso Meccanico >> . << Nacque egli da Mastr’Angelo , murifabro , e Domenica Giammarasi il 1° Novembre 1745 . Ancora fanciullo , venne dai genitori mandato alla scuola dei Cappuccini , dove diede saggi non dubbi d’immaginazione creativa e di svegliato ingegno >> .
<< Innamorati quei Padri delle RARE DOTI del giovanetto allievo gli proposero di Vestire l’Abito loro ; e Santino , che tale era il suo nome , scorgendo in quell’invito il VOLERE DEL CIELO , di buon grado accondiscese , e con Lettere di Obbedienza fu mandato a Comiso , dove indossò il RUVIDO SACCO DEL POVERELLO D’ASSISI ( 19 Settembre 1761 ) , e forse anche vi percosse gli studi Chiesastici >> . << Fin qui Frate Innocenzo non aveva nel secolo nome alcuno , perché la sua FAMA si era TENUTA RISTRETTA fra le solitarie mura del Chiostro ; non andò guari però che gli si offerse propizia occasione per segnalarsi altamente >> .
L’occasione fu la seguente .
Arrivato all’anno ventuno della sua età e compiuto con prove evidenti d’INGEGNO SUBLIME il corso di FILOSOFIA e di TEOLOGIA , si presentò con gli altri alunni della Provincia a Mons. Vescovo di Siracusa , pregandolo di venire da lui AMMESSO AL SACRO ORDINE DEL SUDDIACONATO .
Il Vescovo come era suo diritto e gli fece delle INTERROGAZIONI SULL’ARCANO MISTERO DELLA SANTISSIMA TRINITA’ , ALLE QUALI EGLI RISPOSE CON TANTA ACUTEZZA DI MENTE , CON TALE PROPRIETA’ DI LINGUAGGIO E PROFUSA ERUDIZIONE CHE IL VESCOVO INSIEME AGLI ALTRI ESAMINATORI LO AMMIRO’ , LO ENCOMIO’ E CON PIACERE LO APPROVO’ !
<< DA ALLORA IN POI IL NOME DI ARANCIO INCOMINCIO’ A SUONARE BEN ALTO NELL’ISOLA TUTTA ; ne furono intricate questioni o sottili argomenti che dagli eruditi non si ebbe a ricorrere a sì gran personaggio >> .
<< ASCESO AL SACERDOZIO e ritornato in Patria , si diede a INSEGNARE Lettere , Filosofia , Matematiche , e altre discipline talmente che dalla sua scuola , come da un ATENEO , uscirono poi non pochi individui , i quali furono il LUSTRO DELLA SIRACUSANA PROVINCIA >> .
<< Sul Fiorire del secolo scorso , previo altre PROVE del suo GRANDE SAPERE date nell’ACCADEMIA NAPOLITANA , in disputando , RIPORTANDO MOLTE LODI E RIPETUTI APPLAUSI , VENNE ELETTO DA FERDINANDO BORBONE “ PROFESSORE DI FISICA GENERALE ” , E INDI SPERIMENTALE NELL’UNIVERSITA’ DI CATANIA , DOVE NON SOLO SI DISTINSE NELLE SCIENZE CHE EGLI INSEGNAVA , MA BEN ANCORA IN OGNI RAMO DELLO SCIBILE UMANO .
Quivi infamato di un delitto che non aveva commesso , fu deposto di carica e tramutato in Paternò . ( Il Di Marzo , nelle Aggiunte al Lessico Topografico Siculo di Vito Amico , attribuisce erroneamente a questo esimo Cattedratico il Discorso STORICO-FISICO SULL’ATMOSFERA di Pachino , il quale fu scritto invece da Litterio Arancio , giusta rapporta il Mira nel Gran Dizionario Bibliografico . Palermo 1875 ) . >> .
<< Ivi colpito da mortale paralisi il mattino del 20 Febbraio 1802 passò a miglior vita , dopo aver passati 40 anni nella Religione , lasciando inediti vari scritti , fra i quali c’era una RETORICA e un SAGGIO SUI PREGIUDIZI FILOSOFICI >> .
Un ritratto con questa iscrizione ancora lo ricorda ai viventi :
Rev. P. Lector Innocentius ab Heraclea Cappuccinus phisicae generalis professor . Vir ob doctrinae praestantiam laudandus , praesertim vero in metaphisica , geographia ac mathematica incredibili velocitate cursum aripuit . Praeteritis annis bis in ludo litterario , in Accademia Neapolitana , disputavit cum magno plausu . Habito tali experimento a nostro rege Ferdinando in Catanensi Universitate phisicae generalis , ac postea pro sui ingenii argutia sperimentalis phisicae cathedram obtinuit . Vixit suis exterisque carus . Diro morbo correptus ex hominum vita migravit Panormi , aurora diei XX februarii 1802 . Fuit aetatis suae curriculum 57 , religionis vero 40 .


PADRE TOMMASO DI AVOLA DEFINITORE CAPPUCCINO

Fu costui BEN DEGNO DISCEPOLO dell’ex Provinciale Padre Francesco di Avola , di cui abbiamo parlato . Era un uomo di RIGIDI COSTUMI , DI VITA AUSTERA E IRREPRENSIBILE , DI VASTO SAPERE E DI UNA FACONDIA TALE NEL DIRE , CHE NESSUNO OSAVA CONTRADIRLO O RESISTERGLI . DOTTO IN FILOSOFIA , IN TEOLOGIA DOMMATICA E MORALE , in canonica possedeva pure a meraviglia l’eloquenza del PULPITO .
Portatosi in Roma in occasione di condurvi un suo nipote che voleva VESTIRE L’ABITO CAPPUCCINO ( Fu questi il Padre Salvatore che dopo di essere Ordinato sacerdote ritornò in Provincia ove fu Lettore e Definitore . In quel tempo in Sicilia erano chiusi i Noviziati ) , fu TALMENTE AMMIRATO DAI PIU’ DOTTI PADRI , CHE IN LODE DI LUI EBBERO A DIRE :
<< OVE MAI SI SMARRISSERO LE SCIENZE DOMMATICHE , MORALI E CANONICHE , SI TROVEREBBERO NEL PADRE TOMMASO DI AVOLA >> .
ANCHE VENUTO A CONTESA COL SUO AMICO E COLLEGA SACERDOTE DON GIUSEPPE DUGO , PARROCO DI AVOLA , PER LA FESTA DELL’ADDOLORATA , CHE SI CELEBRAVA NELLA CHIESA DEL NOSTRO CONVENTO NELLA TERZA DOMENICA DI SETTEMBRE , COME TUTTORA SI CELEBRA , MOSTRO’ LA SUA ERUDIZIONE IN CANONICA .
LA CAUSA INFATTI FU PORTATA NEL TRIBUNALE DELLA REGIA MONARCHIA IN PALERMO . VI ANDO’ A DIFENDERLA LO STESSO PADRE TOMMASO , FACENDO QUEL LUOGO E ALLORA DIFFICILE VIAGGIO A PIEDI , APPOGGIATO SOLO AD UN PEZZO DI CANNA CHE GLI SERVIVA DA BASTONE E CON LA BISACCIA ADDOSSO , OVE ERA IL BREVIARIO .
IVI EGLI STESSO PERORO’ LA CAUSA INNANZI AL TRIBUNALE E SOSTENNE LA DIFESA PER PARTE DELLA CHIESA DEL NOSTRO CONVENTO , NON PAVENTANDO QUEI CELEBRI AVVOCATI CHE DIFENDEVANO PER PARTE DEL PARROCO PRETESI DIRITTI DELLA CHIESA MADRE .
PARLO’ COSI’ BENE ED ESPOSE CON TANTA CHIAREZZA E DOTTRINA LE SUE RAGIONI CHE NON SOLO OTTENNE FAVOREVOLE SENTENZA , MA VENNE AANCHE ONORATO DAL PRESIDENTE CHE , SCESO DAL SUO SEGGIO , LO ABBRACCIO’ TENERAMENTE E LO BACIO’ DICENDOGLI :
<< OH , PADRE MIO , VOI AVETE SBAGLIATO LO STATO , SE VI FOSTE FATTO AVVOCATO , SARESTE RIUSCITO UN PORTENTO >> .
Però come avanti dicemmo , essendo uomo di vita austera , il suo modo di governare assai rigido non si adattava alle spalle di tutti , onde sì nel Convento di Avola , come nella Provincia in molte occasioni si meritò la TACCIA DI RUVIDO .
E fu per questo che egli non arrivò alla carica di Ministro Provinciale , per la quale del resto godeva di tutti i meriti ; sebbene sia stato Definitore eletto nel capitolo di Avola il 12 Maggio 1772 .
RICCO DI MERITI ACQUISTATI IN 51 ANNI DI VITA RELIGIOSA E PENITENTE , il 17 Marzo del 1807 PAGO’ L’ESTREMO TRIBUTO CHE OGNI UOMO DEVE ALLA DIVINITA’ .
Gli si fece ritratto , a piè del quale si leggono alcuni versi dettati dal suo AMICO CARISSIMO DON GIUSEPPE ALESSI DI AVOLA , DOTTO NELLE COSE SACRE E PROFANE .
Essi sono i seguenti :
Adm. Rev. P. Thomas ab Hybla Cap.nus obiit 17 Martii 1807 , aetatis ann. 73 , Relig. 51 .
Multa hic jam vivens docuit sacra , multa profana ;
Sed melius quod nunc mortuus ipse docet ,
Nempe quod est mundi vanum titulosque decoros .
Et sibi quos habuit quid valuere sui ?
Qui peramat Christmas , prodesse , ac coetera spernit ;
Cunctuque qui mundi stercora vera putat .


                                                                                    FINE

                                                                              LAUS DEO

                                                                            Pax et Bonum


                                                            Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                    Terziario Francescano


MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .

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venerdì 30 novembre 2012

I CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA NEL SECOLO XIX .



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SECOLO XIX

Entriamo ora a discorrere di ciò che è avvenuto nella nostra DILETTA PROVINCIA di Siracusa in questo secolo XIX , nell’ultimo scorcio del quale siamo già arrivati . Ogni SECOLO ha avuto le sue aberrazioni , i suoi traviamenti , le sue demenze ; ma il nostro PRESENTE QUALCHE COSA DI PIU’ , l’incredulità , lo scetticismo , l’ateismo nella stessa Italia che si era mantenuta ferma , e tale ancora si mantiene nella sua maggioranza , nella Fede , nell’Amore , nella Venerazione al SUPREMO PONTIFICATO , DAL QUALE RICONOSCE OGNI SUA GLORIA VERA .
In mezzo però a tanti delitti che si sono consumati , a tanti scandali che popoli e sovrani hanno commesso , a tante insidie dei maligni e dei novatori che si sono sofferte , la Chiesa , qual NOVELLA ARCA NOETICA , si è vista galleggiare sulle acque impure del mondo , si è estesa fra le nazioni , ha fondati nuovi Vescovadi , Prefetture o Vicariati Apostolici , richiamando a sé la STIMA E L’AMMIRAZIONE DELLE POTENZE DELLA TERRA , che loro malgrado ne hanno dovuto riconoscere la DIVINA GRANDEZZA E MAESTA’ !
L’Ordine Nostro Serafico che in modo speciale PROFESSA OBBEDIENZA A QUESTA CHIESA , la quale gode del privilegio dell’indefettibilità , ha pure con ESSA SOFFERTO LE SUE DOLOROSE VICENDE ; PERO’ CON L’AIUTO DELL’ALTISSIMO SI E’ MANTENUTO SEMPRE FLORIDO E HA DATO ALLA RELIGIONE E ALLA SOCIETA’ UOMINI EGREGI , CHE SI SONO DISTINTI PER SAPIENZA E VIRTU’ . MICARA , MASSAI E CENTO ALTRI NON SARANNO MAI DIMENTICATI , E LA STORIA PARLERA’ DI ESSI , come VERI BENEFATTORI dei popoli , perché INFORMATI ALLA CARITA’ DEL SERAFINO D’ASSISI .
LA PROVINCIA DI SIRACUSA NON E’ MAI VENUTA MENO AL SUO MINISTERO DELLA SANTIFICAZIONE DELLE ANIME CON L’APOSTOLATO , ED HA MANDATO I SUOI MISSIONARI IN MEZZO AI POPOLI NON CREDENTI ; il Padre Luigi da Siracusa nelle INDIE ; i Padri Fedele di Avola , Ludovico e Carmelo da Mazzarino , Luigi da Piazza Armerina e poi Eugenio da Sortino nel BRASILE ; Eugenio e Giuseppe da Modica , Francesco Antonio da Sortino e Clemente da Licodia in TREBISONDA ; Giambattista da Castrogiovanni nella SIRIA , ecc.
HA DATO BUONI SCRITTORI come i Padri Gaetano da Vittoria e Michelangelo da Melilli , due Definitori Generali che sono stati i Padri Gioacchino da Sortino e Felice da Villarosa , e Religiosi VALENTI nella PREDICAZIONE o AUSTERI per SANTITA’ di vita , dei quali appresso tratterremo . Qui soltanto aggiungiamo che all’apparire di questo secolo era Ministro Provinciale , eletto nel Capitolo di Chiaramonte Gulfi il 20 Maggio del 1800 , il M. R. P. Casimiro da Calascibetta .
Era egli uomo di STUDI e di ORAZIONE , ESEMPLARE nella sua condotta , rigido nella regolare Osservanza . Facendo la solita Visita Pastorale nei Conventi , fu colpito di mortale infermità in Siracusa , dove morì nella PACE del SIGNORE nel 1802 .
Alcuni credono che egli sia stato nativo di Alimena , quantunque nel ritratto che esiste nella biblioteca del Convento di Calascibetta e nella cronaca della Provincia si dica di questo comune .
Né ciò fa meraviglia , poiché si può supporre che i parenti nella sua fanciullezza si siano d’Alimena portati a domiciliarsi in Calascibetta , dove egli ebbe poi educazione ed istruzione .
Anche il Rev. Felice e detto in Villarosa , quantunque sia nato in San Cataldo . In quel tempo era Generale in tutto l’Ordine il Padre Nicolò da Bustillo , Spagnolo della Provincia di Castiglia .



                                                                                        FINE

                                                                                   LAUS DEO

                                                                                 Pax et Bonum


                                                                 Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                         Terziario Francescano


MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .

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martedì 27 novembre 2012

ALTRI FRATI CAPPUCCINI DEL SECOLO XVIII DEGNI DI MENZIONE NELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA .




MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .

ALTRI FRATI DEL SECOLO XVIII DEGNI DI MENZIONE .

Padre Bonaventura da Ragusa , della nobile famiglia Paternò e Castelli , oltre a varie cariche esercitate con Zelo nell’Ordine , ebbe affidata quella di Definitore Provinciale , e si distinse sempre per modestia di portamento e PUREZZA di costumi , per Ardente CARITA’ verso il prossimo e per Spirito si SINCERA UMILTA’ , con la quale teneva in disprezzo sé stesso e tutte le cose del mondo .
In premio delle Virtù che lo IMPREZIOSIVANO IDDIO si COMPIACQUE ADORNARLO DI SOVRUMANI CARISMI , ed egli corrispose alle Grazie ricevute .
Predisse il giorno della sua morte , e questa avvenne precisamente nel giorno ed ora determinati , in Catania il 17 Ottobre 1708 .
Padre Tommaso e Padre Giombattista da Caltagirone furono due Religiosi di vita irreprensibile ed ESEMPLARE , adorna di copiosa Dottrina ed Ecclesiastica erudizione .
Il primo esercitò il Ministero di Predicatore con molta LODE e FRUTTO delle anime , e fu Annalista della Provincia . Morì in Patria il 3 Febbraio 1718 COMPIANTO dalla cittadinanza e dai Frati , dei quali si aveva attirato la Stima e la Venerazione coi suoi modi CORTESI e informati alla regolare disciplina .
Il secondo dell’antica famiglia Strazzuso , era valente nella PREDICAZIONE della DIVINA PAROLA , nel dare lezioni di filosofia e di Teologia agli alunni dell’Ordine e nella ESPOSIZIONE della SACRA SCRITTURA .
Fu sì CARO per le sue Virtù alla REGINA DELLA MISERICORDIA , che questa in fin di vita gli apparve per CONSOLARLO con la SUA DOLCE PRESENZA nell’estreme agonie e per rinvigorirlo contro le insidie di satana .
La sua morte , avvenuta nella grave età di 84 anni il 9 Marzo del 1726 , fu da DIO illustrata CON MIRACOLI .
LASCIO’ DIVERSI MANOSCRITTI PREPARATI PER LE STAMPE , che dopo la sua morte restarono inediti .
Fu pure Caltagironese e di Nobile legnaggio il Padre Girolamo , chiamato nel secolo Enrico Taranto . Corrispondendo fedelmente , e senza curare le dicerie del mondo alla VOCE DI DIO CHE LO INVITAVA NELL’ORDINE NOSTRO ,abbandonò tutto , vestì l’umile tonaca dei Cappuccini , fra i quali poi si distinse per Pietà di e Zelo della GLORIA DI DIO e per la salute delle anime .
Ebbe per compagno il suddetto Padre Tommaso , della famiglia Marusia , nell’appello che si fece alla Pietà dei cittadini di Caltagirone per la riedificazione della Chiesa di MARIA SS. Sotto il Titolo del Ponte .
Di lui parla Taranto ( Cenni Storici sull’Apparizione di Maria SS. In Caltagirone e sulla Chiesa del Ponte , pag. 24 ) citato da Mons. Mario Mineo Jannì . Fu più volte Guardiano del patrio Convento , e morì in Comiso il 12 Aprile 1727 . Nel Capitolo di Mineo il 17 Maggio 1735 furono eletti tre Annalisti della Provincia , cioè il M. R. P. Paolo da Castrogiovanni per raccogliere la vita del Padre Carmelo da Regalato e Padre Angelo da Mazzarino ; il Padre Giuseppe da Malta per quella di Padre Agostino pure da Malta ; e il Padre Clemente da Modica per le altre del Padre Gregorio da Ragusa , Padre Angelo di Avola e Padre Ludovico da Noto .
Questo VUOL DIRE CHE I PADRI , Carmelo , Angelo , Agostino , Gregorio , Angelo di Avola e Ludovico erano morti in FAMA DI SANTITA’ , ALTRIMENTI IL CAPITOLO , CHE E’ L’ASSEMBLEA PIU’ RISPETTABILE DELLA PROVINCIA , NON SI SAREBBE INTERESSATI DI ESSI .
Del Padre Gregorio da Ragusa abbiamo detto qualche cosa , rilevandola dal PROCESSO CHE PER ORDINE DEL VESCOVO DI SIRACUSA SI FECE DOPO LA SUA MORTE .
Degli altri nulla sappiamo , ché i Manoscritti che li riguardavano non sono pervenuti sino a noi . QUANTE MEMORIE PREZIOSE SI SONO DISPERSE , E DI QUANTI FRATI DOTTI E SANTI APPENA SAPPIAMO I NOMI ? MERITANO LODE PER LA BONTA’ DELLA LORO VITA E PERFEZIONE RELIGIOSA i Laici Professi Fra Macario da Caltagirone e Fra Michelangelo da Sortino morti nel 1735 , Fra Felice TERZIARIO , INSIGNE PER PAZIENZA E MORTIFICAZIONE , e il Padre Ambrogio Bonanno , entrambi da Caltagirone .
L’uno dei quali SANTAMENTE morì , l’ALTRO , DA CAPITANO DELLA GUARDIA DEL CORPO DEL RE VITTORIO AMEDEO DIVENUTO CAPPUCCINO abbandonò questo mondo nel 1744 , dopo AVER DATO nella Religione SUBLIMI ESEMPI di vita Abnegata , Penitente e Contemplativa .
Si segnalò pure per integrità di costumi e scienze Ecclesiastica il Padre Serafino da Calascibetta che fu Definitore Provinciale , e che leggiamo in un Necrologico della Provincia di AVERE LASCIATO IN MORTE ODORE DI SANTITA’ .
Finì di vivere nel 1750 .
Padre Giovanni di Castrogiovanni già Lettore di S. Teologia scrisse la Storia della sua Patria in due grossi volumi in foglio ; fatica veramente laboriosissima di circa 20 anni .
Quest’Opera manoscritta che egli terminò nel 1750 , oggi si conserva nella biblioteca comunale di Castro Giovanni . Egli passò a miglior destino nel 1758 .
Il 4 Febbraio del 1760 troviamo segnata la morte di un altro INSIGNE Religioso di Caltagirone , quale fu il Padre Bernardo , nel secolo di cognome Suriano .
La seguente iscrizione posta sotto la sua effige tratta in compendio della sua vita Santa ed operosa :
<< A. R. P. F. Bernardus Suariano a Calaty. Ord. MM. S. F. OO. Vir ingenii sublimate pollens , in sacris humanisque litteris apprime eruditus , philosophicas et Theologicas facultates per 12 annos suis communicavit ; pluries diffinitor provincialis , aliquando Vicarius Syracusanam moderavit Provinciam . Religiosae professionis integerrimus cultor , in summa patientia obiit Calaty. Anno. Din 1760 , 4 Febr. Aetatis suae 78 , Relig. 37 >> .
Padre Anselmo da Ragusa , chiaro per Pietà e per Zelo , esercitò per molti anni l’UFFICIO di MISSIONARIO APOSTOLICO nelle INDIE , dov’era stato mandato dalla SANTA CONGREGAZIONE DI PROPAGANDA .
Nel regno del Bengala fu PREFETTO APOSTOLICO , e vi OPERO’ GRAN BENE per la salvezza di quelle anime che si trovavano nelle tenebre , prive dell’Evangelica Dottrina .
Affranto dalle indefesse fatiche e dalle infermità che sopportava sempre con Cristiana rassegnazione , ritornò in Patria , ove il 15 Aprile del 1766 passò a migliore vita , quando non contava che 59 anni di età e di Religione 43 , onde era entrato nell’Ordine a 16 anni .
Padre Ferdinando da Caltagirone della nobile famiglia Gravina , ERA IL SECONDO GENITO DEL PRINCIPE COMITINI . Compiuto il corso degli studi in Siena , per una VOCAZIONE STRAORDINARIA A 33 ANNI VESTI’ L’ABITO CAPPUCCINO E BEN CORRISPOSE ALLA DIVINA CHIAMATA , VIVENDO SANTAMENTE , come richiedeva il nuovo stato . Morì a 66 anni nel 1779 .
Vincenzo Natale fra gli uomini illustri che fiorirono in Militello novera il Padre Casimiro , della famiglia Tinnirello , che dice UOMO DI STUDI E DI MOLTA VAGLIA NELL’ORDINE .
Egli infatti ACCREBBE la Biblioteca di quel Convento di OPERE SCELTE , allungò il corridoio di mezzogiorno e fece l’ARTISTICO RELIQUARIO DELL’ALTARE MAGGIORE nella nostra Chiesa ,e varie altre Opere .
Dopo avere occupato diverse cariche nel nostro Ordine , la Provincia nel Capitolo di Palazzolo Acreide , Celebrato il 31 Maggio del 1757 , lo ELESSE MINISTRO PROVINCIALE .
Era DOTTO e PIO e dava molto LUSTRO alla Provincia e a quel Convento , nel quale , vivendo lui , il Famoso Mons. Francesco Testa Vescovo di Siracusa , quante volte occorreva di far la Visita Pastorale in Militello , alloggiava e si tratteneva con piacere . Morì in Patria il 1780 .
Padre Arcangelo e Padre Giuseppe da Chiaramonte RIFULSERO DI ALTA PERFEZIONE E DI GRANDE OPEROSITA’ . Modestia , Penitenza , Mansuetudine , Osservanza Regolare li adornavano e li rendevano CARI non SOLO A DIO , ma ANCORA agli uomini .
Per la loro efficace cooperazione e per la fiducia che godevano nel popolo fu costruita l’attuale Chiesa , che furono solleciti a far CONSACRARE DA MONS. GIOMABATTISTA ALAGONA VESCOVO DI SIRACUSA il giorno 26 Luglio 1774 .
Essa venne Dedicata a Santa Maria Maddalena Penitente , come lo era l’antica , oggi divenuta Oratorio della Congregazione dei Cordigeri . Edificarono pure il dormitorio che è a Sud-Est .
A compiere tali Opere essi stessi si portavano a piedi a Questuare nelle campagne non solo ,ma ancora nei paesi vicini .
Compianti da tutti i concittadini e dai Religiosi della provincia che ne conoscevano le ESIMIE VIRTU’ , rassegnati ai DIVINI VOLERI , dopo di avere ricevuti i CONFORTI della Religione , passarono all’altra vita , il primo nel 1784 e il secondo nel 1796 .
L’anno seguente li andò a raggiungere nell’altro mondo il Padre Bonaventura da Ragusa , che era stato per molti anni Lettore di Filosofia e Teologia . AMMIRABILE COSTUI IN OGNI VIRTU’ si distinse PARTICOLARMENTE NELLA PENITENZA , per cui flagellava il suo corpo con digiuni , con cilizi , con vigilie e altre asprezze .
Abborriva gli onori , e si tenne SEMPRE FERMO a rifiutare la carica di Definitore Provinciale che gli si offrì in vari Capitoli .
ERA DEVOTISSIMO DELLA MADRE ADDOLORATA , LA QUALE POI SI DEGNO’ DI CHIAMARLO A SE’ NEL GIORNO PRECEDENTE LA FESTA DEI SUOI SETTE DOLORI . EGLI PREVIDE LA VICINA SUA MORTE E NE ANNUNZIO’ IL GIORNO , che fu il 7 Aprile del 1797 , quando contava 71 anni , dei quali 51 aveva passati SANTAMENTE nella RELIGIONE .



                                                                                   FINE

                                                                              LAUS DEO

                                                                            Pax et Bonum


                                                           Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                   Terziario Francescano


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mercoledì 21 novembre 2012

PADRE FRANCESCO DI AIDONE PREDICATORE CAPPUCCINO .



MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . 
( 1895 ) .


PADRE FRANCESCO DI AIDONE 
PREDICATORE CAPPUCCINO .

Il Padre Francesco di Aidone della famiglia Correnti entrò giovanetto nella SERAFICA FAMIGLIA DEI CAPPUCCINI , e fece ben presto CONOSCERE ai PP. e FF. della sua Provincia l’ALTA PERFEZIONE , a cui sarebbe giunto .
Esercitandosi nei più bassi Uffici del Noviziato , non veniva meno alla PREGHIERA e alle ASTINENZE , e coll’avanzarsi negli si vedeva spesso assorto in lunghe Contemplazioni .
Devoto in modo SPECIALE del SS. SACRAMENTO DELL’EUCARISTIA
E DELLA VERGINE ADDOLORATA
PASSAVA MOLTE ORE PROSTRATO INNANZI AD ESSI .
Ai TRE VOTI da lui Professati aggiunse il cumulo delle altre Virtù , che lo rendevano caro a tutti E PIU’ A DIO che gli riempiva la mente e il cuore delle SUE GRAZIE .
Benché spesso gli si offrissero delle Cariche , egli era pronto a rifiutarle , reputandosene indegno , e non volendo scostarsi dal suo tenore di vita privata e silenziosa .
La sua Umiltà però dovette cedere il posto all’Obbedienza , per cui fu costretto ad occupare la carica di Missionario , nella quale riuscì mirabilmente per lo Zelo della Salvezza delle anime che lo ANIMAVA .
Il suo LINGUAGGIO era così dolce ed energico che traeva a lui i traviati fratelli , i quali RAPITI DALL’ESEMPIO delle sue Virtù e della sua insinuante e VIBRATA PAROLA , SI RICONCILLIAVANO CON DIO , e COMINCIAVANO una vita Devota e Cristiana .
Fu Profondo Teologo e Valente Poeta Latino .
A lui si attribuiscono i vari Distici che si leggono nella nostra Chiesa di Aidone .
Alla destra dell’Altare Maggiore sta scritto il seguente :
Hic genibus flexis - Extemplo Numer odora - Sub specie panis nosce - Manere Deum .
All’altare di San Francesco di Assisi : Jure secundum - Possideat teneatque Sacellum - Franciscus Christi Stigmata - Sacra gerens .
All’Altare del SS. Crocifisso : Tertium amara - Petit Domini jam passio Christi - Ipsam si cogites , crede - Beatus eris .
A sinistra di chi entra in Chiesa , all’Altare di San Felice sta scritto : Divo Feliei - Quintum ( il quarto Distico è illeggibile ) sacrare videtur - In manibus retulit ille - Deum .
All’Altare dell’Addolorata : In sexto - Genitum defunctum plena dolorum - Palmis extensis squalida - Virgo gemit .
All’Altare di San Giuseppe Sposo di Maria : Septimus iste locus - Patriarchae rite Joseph - Convenit et stabit ; nos rite - Rogamus eum .
COMPOSE pure un’ORAZIONE GENETLIACA che RECITO’ in Militello il 8 Settembre 1756 , quale gli venne confutata dal Conventuale il M. R. P. Ludovico Fazio ,e taluni SERMONI sui VANGELI delle Domeniche che restarono manoscritti , e che SONO PROVA DELLA SUA DOTTRINA E DELLA SUA PIETA’ .
Per calunnia orditagli si dice che fu chiamato in ROMA DAL TRIBUNALE DEL SANTO UFFIZIO , dove dimorò sette anni , dando ESEMPI LUMINOSI DI UMILTA’ , DI PAZIENZA , DI RASSEGNAZIONE AL DIVINO VOLERE , e alla fine venne dichiarato , come in realtà , INNOCENTE .
Tornato in patria , non pensò che a prepararsi alla morte , perdonando di cuore i suoi nemici , accettando in punizione delle sue colpe le sofferte calunnie , che anche i SANTI CON CRISTO CAPO DEGLI ELETTI HANNO DOVUTO SOSTENERE , e PURIFICANDO sempre più il suo cuore per UNIRLO AL CUORE SS. DI GESU’ .
Il giorno 29 Settembre del 1794 egli RICCO DI VIRTU’ E DI MERITI ABBANDONAVA la terra , e passava a MIGLIOR DESTINO .
Il popolo che ne conosceva la SANTITA’ della Vita corse alla Chiesa del Convento , dove gli si Celebrarono le Esequie ; domandò quindi ed ottenne come PREGIATO RICORDO qualche porzione del di lui Abito .
Un ritratto con questa iscrizione ancora lo rammenta :
Rev. Pater Franciscus Correnti ab Aydone Capuccinus . Doctrina ac spiritu , ingenio meritisque refectus . A raro exemplo clarus in orbe fuit . Obiit die XXIX dec. 1794 .

LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano
                                                                         


MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . 
( 1895 ) .

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martedì 20 novembre 2012

PADRE ARCANGELO DA MODICA DEFINITORE E PADRE SEBASTIANO DA CALTAGIRONE EX PROVINCIALE , CAPPUCCINI .



MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .


PADRE ARCANGELO DA MODICA DEFINITORE E PADRE SEBASTIANO DA CALTAGIRONE EX PROVINCIALE , CAPPUCCINI .

Padre ARCANGELO sortì i natali in Modica dalla famiglia Castagna e Giannone , dalla quale sin dall’infanzia ricevette un’educazione TUTTA CRISTIANA , per cui si vedeva dedito alla PIETA’ , alla frequenza dei SACRAMENTI , alla DEVOZIONE ALLA MADRE DI DIO ,
alla PREGHIERA in casa e in Chiesa e alla fuga dei cattivi compagni , che fan perdere il tesoro dell’innocenza e del buon costume .
Ornato di sì belle qualità , non CONTAMINATO dai vizi del secolo ,
TUTTO PURO COME UN ANGELO ,
da fanciullo sentiva una forte inclinazione verso L’ORDINE DEI CAPPUCCINI , allettatovi dalla loro vita semplice e frugale , dalla loro ritiratezza , povertà e penitenza , e in generale dal loro ISTITUTO in tutto conforme ai desideri del suo cuore .
Compiuti i 18 anni di età , con animo generoso abbandonò gli agi della famiglia , rinunziò al mondo che gli prometteva un liete avvenire , e scelse , entrando nella RELIGIONE SERAFICA , una vita povera ed austera , come fu quella del FIGLIUOLO DI DIO E DEL PATRIARCA D’ASSISI ,

PERFETTO IMITATORE DI LUI .
Nell’anno della prova diede segni della sua perseveranza nella VOCAZIONE allo stato Religioso , e fu sì pronto nell’esercizio dell’Umiltà , della mansuetudine , della CARITA’ verso i simili che la famiglia del Noviziato non trovò alcuna difficoltà a dargli favorevoli Suffragi per la Professione Solenne , alla quale venne ammesso con grande giubilo del suo cuore .
Essendo dotato di chiaro ingegno , di mente e levata e di volontà ferma fece grandi progressi nelle lettere e nelle scienze , onde compiuti con Lode i suoi studi , e Ordinato Sacerdote , il 9 Maggio 1741 dopo un luminoso concorso ebbe la Patente di Lettore .
Sostenne per alcuni anni con plauso della Provincia e con vero profitto degli alunni una tal carica , nella quale mostrò una RARA erudizione nello spiegare le TEOLOGICHE DISCIPLINE e la SACRA SCRITTURA , di cui già era peritissimo .
Nel 1744 venne eletto Segretario del Provinciale Innocenzo di Aidone , che nel necrologico della Provincia , leggiamo di essere morto in ODORE DI SANTITA’ .
Nel 1746 fu creato la prima volta Definitore ed Annalista della Provincia , nella quale carica per l’attività e lo Zelo dimostrato venne confermato nel 1748 . Nel 1754 nel Capitolo tenuto in Comiso fu scelto PREFETTO DELLE MISSIONI della nostra Provincia .
Così dopo avere sparsi i raggi della sua Sapienza nei recinti del chiostro , dov’era da tutti AMATO e AMMIRATO , cominciò la PREDICAZIONE a diffonderli per AMMAESTRAMENTO ed EDIFICAZIONE dei fedeli .
Sebbene anche prima avesse in varie circostanze Predicato , pure , avuto l’Ufficio di Missionario , anzi di Prefetto delle nostre Missioni , si diede con maggiore energia ed Apostolico Zelo a far sentire la robusta sua VOCE , ed ammaestrare gli altri nelle ETERNE VERITA’ della FEDE , ad atterrire i peccatori e farli sorgere dal lezzo del vizio , a consolare i giusti e tenerli perseveranti nella Virtù con la SPERANZA di un PREMIO CELESTE , e ad inculcare la necessità della Penitenza ai figli della Fede , che a folla correvano ad ascoltare con docilità di mente e di cuore quest’UOMO loro INVIATO DA DIO , PER PROCURARE LA SALVEZZA DI TUTTI .
Praticò tal Sacro Ministero molti anni , non risparmiando a viaggi , a sudori , a contradizioni , a sofferenze d’ogni genere ; ed essendo poi avanzato nell’età , si ritirò nel Convento della sua patria , che migliorò e ingrandì e costruendo a SPESE DEL POPOLO , CHE IN LUI AVEVA LA MASSIMA FIDUCIA , l’attuale Chiesa è la migliore di quante ne abbiamo nella Provincia .
Logoro delle fatiche e dalla Penitenza , egli , sebbene vecchio , non tralasciava i soliti digiuni , frequentava i Sacramenti , ogni notte si portava con gli altri al Mattutino ,e si preparava con sentimenti di un PERFETTO RELIGIOSO AL GRAN PASSAGGIO CHE DAL TEMPO CONDUCE ALL’ETERNITA’ .
E’ santo costume di tutti i Cappuccini nel Te Deum , che si Canta dopo il Mattutino , BACIARE in terra in segno di PROFONDA ADORAZIONE E RICONOSCENZA , arrivati a quelle parole :
<< Te ergo quaesemus tuis famulis subveni , quos pretioso sanguine redemisti >> .
Una notte tutti i Frati che a tali detti si erano prostrati , si alzarono per continuare l’Inno Ambrosiano . Ma non si alzò il M. R. P. Arcangelo . Egli nell’inchinarsi era stato colpito da paralisi .
Fu preso e portato nella stanza , ove ebbe tempo per ricevere gli ULTIMI SACRAMENTI ,e poi SANTAMENTE morì .
Dopo alcuni giorni , per il GRANDE CONCETTO DI PERFEZIONE RELIGIOSA che godeva , FU SALASSATO , E DIEDE VIVO SANGUE CHE MERAVIGLIAVA TUTTI COLORO CHE L’ATTORNIAVANO .
La famiglia Moncada sin oggi possiede in fazzoletto bianco intriso di tal SANGUE , un paio di SANDALI e un CORDONE di questo SERVO DI DIO , oltre a un bel ritratto che al vivo lo rappresenta . La sua morte avvenne il 2 Maggio del 1793 , quando egli contava anni 78 , dei quali 59 aveva impiegato nella Religione .

Dell’ex Provinciale Padre Sebastiano da Caltagirone , ecco quel che scrive Monsignor Mario Mineo Jannì . << Padre Sebastiano Scarfia , fratello minore del sullodato Padre Ambrogio e non degenere a lui , fu LETTORE DI TEOLOGIA ed egregio ORATORE .
Per Breve di Clemente XIV ebbe il TITOLO DI EX PROVINCIALE e poi fu scelto Definitore .
Predicò la Quaresima nelle più cospicue Città del Regno come Palermo , Siracusa , Caltagirone , Modica , Castro Giovanni ed altrove per ben 37 volte ; Predicò in Roma alle SACRE STIMMATE e nella CASA DI LORETO .
CONOSCITORE VASTISSIMO DELLA SANTA SCRITTURA ERA RICEVUTO DOVUNQUE CON PLAUSO STRAORDINARIO . DEVOTISSIMO DEL SACRAMENTO SIGNORE , essendo Guardiano , INTRODUSSE NELLA CHIESA QUI DEL CONVENTO LA BENEDIZIONE OGNI SERA .
Morì dopo 3 mesi di penosa infermità , nella quale UNICO SUO CONFORTO ERA LA QUOTIDIANA COMUNIONE , nel 1784 il 22 di Dicembre >> .
<< DIEDE ALLA LUCE UNA DECADE DI PANEGIRICI , stampati a Caltagirone e un Panegirico a San Nicolò di Bari RECITATO A NICOSIA nell’ultimo suo Quaresimale .
Lasciò preparati per le stampe il QUARESIMALE , L’ORAZIONE FUNEBRE che Recitò ai piè del feretro del Rev. Giombattista Zaffarana Priore Generale dei Fate-Benfratelli ed un Orazione ACCADEMICA a MARIA SANTISSIMA de Conadomini .


                                                                                      FINE

                                                                                 LAUS DEO

                                                                               Pax et Bonum


                                                                Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                         Terziario Francescano


MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .

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lunedì 19 novembre 2012

PADRE FRANCESCO DI AVOLA PROVINCIALE , PADRE LUIGI DA MALTA PREDICATORE , FRA MICHELE DA CALTAGIRONE LAICO E PADRE GIACINTO DA PALAZZOLO ACREIDE PROVINCIALE , CAPPUCCINI .


MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .


PADRE FRANCESCO DI AVOLA PROVINCIALE , PADRE LUIGI DA MALTA PREDICATORE , FRA MICHELE DA CALTAGIRONE LAICO E PADRE GIACINTO DA PALAZZOLO ACREIDE PROVINCIALE , CAPPUCCINI .

Dopo il Padre Angelo Caprera che morì il giorno 1° Marzo del 1734 , illustrò il Convento di Avola e l’intera Provincia il PADRE FRANCESCO , che si segnalò per illibati e Santi costumi , per immensa erudizione Sacra e profana , per PROFONDA Dottrina e per diversi Offici che gli furono affidati .
Egli portò a compimento il nuovo Convento della sua Patria , che l’antico era stato distrutto dal terremoto del 1693 , mercè la costruzione di un dormitorio , e fornì la Chiesa di quanto le mancava , Arredi Sacri , utensili e altro .
Nella Religione occupò con ONORE diversi Posti , e fu Lettore , definitore , Missionario Apostolico , Provinciale , Commissario e Visitatore Generale nelle Provincie della Calabria .
In ognuna di queste Cariche era suo unico impegno la sua regolare osservanza di cui DAVA PROVE in se stesso con la PRONTA OBBEDIENZA , L’ASSOLUTO DISTACCO D’OGNI COSA , L’ESIMIA CASTITA’ E LA FEDELE ESECUZIONE DEI PROPRI RELIGIOSI DOVERI .
In Napoli si DISTINSE in maniera tale che DIVENNE CARO ED ACCETTO AL SOVRANO allora regnante , del quale OTTENNE singolari favori per sé e la sua povera famiglia , a cui venne fatto un assegno per l’onesto mantenimento a carico dello Stato .
Gli eredi di tale famiglia chiamati Di Maria godettero per molti anni di tale rendita , benché COL VOLGERE DEL TEMPO SIANO DIVENUTI RICCHI E POTENTI .
Questo Dotto Padre passò a miglior VITA nel 1775 , dopo di avere pubblicate per le stampe le seguenti Opere :
1 ) Ibla Rediviva - Descrizione Istorica della florida Ibla Maggiore , una delle più vetuste Città del Regno di Sicilia , dalle cui rovine è Risorta Avola , oggi esistente . Un vol. in ottavo grande di pag. 163 stampato nel 1745 in Caltagirone nelle stanze dell’illustrissimo Senato per Simone Trento . Appena fu data alla luce quest’Opera , comparve un opuscoletto stampato in Palermo col titolo : Disabbaglio al Leggitore dell’Ibla Rediviva , con cui si faceva una critica in forma di satira vigliacca ed insolente al nostro Autore .
FU ALLORA CHE IL PADRE FRANCESCO IN DIFESA DI QUANTO AVEVA SCRITTO PUBBLICO’ UN ALTRO LAVORO CON IL TITOLO :
2 ) Difesa dell’Ibla Rediviva , ovvero dell’Ibla Maggiore , oggi Avola . Risposta Apologetica contro le calunnie e maldicenze di Nicolò Tademo e di Ludovico Capponetta , critici di finto nome anagrammatico . Nelle stanze dell’Illustrissimo Senato per Simone Trento 1749 . Un vol. ottavo grande di pag. 279 . In quest’Opera il Padre Francesco mostra più che altrove la vastità della sua erudizione e la sua logica assai stringente .
Quand’egli fu costretto a scrivere la difesa della SUA IBLA REDIVIVA e mandarla alle stampe per fare ammutolire i suoi detrattori , aveva per le mani un altro lavoro molto interessante , cioè la STORIA ECCLESIASTICA DI TUTTA LA CHIESA SICILIANA , che si ignora se poi abbia compiuto e mandato alle stampe .
3 ) Dilucidazione del Trattato della regolata Devozione dei Cristiani . Siracusa 1772 coi tipi di Francesco Puleo . Vol. 1° in ottavo di pag. 276 . E questo una confutazione di alquanti errori degli eretici intorno alla stessa Devozione .
4 ) Discorso Accademico sulla prosperità di un Regno . Fu LETTO questo discorso innanzi ad un Congresso di Dotti Religiosi e Secolari in Lentini in occasione del Capitolo Provinciale ivi tenutosi , e quindi stampato con l’aggiunta di parecchi Sonetti e di altre Poesie che vi furono Recitate dai vari membri di quella dotta assemblea .


Aggiungiamo ora due parole per il PADRE LUIGI DA MALTA , quali troviamo registrate in Latino nell’Opera del Padre Bernardo da Bologna che tratta del nostro Scrittore .
Egli lo ricorda con AMMIRAZIONE , COME UN FRATE VERSATO IN TUTTO LO SCIBILE E LO DICE PREDICATORE , FILOSOFO , TEOLOGO , STORICO , MATEMATICO , GEOMETRA , GEOGRAFO ED ARCHITETTO .
Ci fa sapere che fu CELEBRE NEL DISEGNO SINO A DELINEARE CON LA PENNA ALCUNI PROSPETTI CHE SEMBRAVANO SCOPITI AD INCISIONE , E CHE SI SEGNALO’ TALMENTE NELLA PITTURA , QUASI CHE’ AVESSE FATTI I SUOI STUDI UNICAMENTE INTORNO A QUEST’ARTE .
Con tutta PERFEZIONE infatti DIPINSE certe immagini in miniatura .
Deplora però che egli si sia trovato in una Provincia ove allora mancavano le tipografie , onde non ebbe alcuna spinta a scrivere , ne tutto quello che scrisse , poté pubblicare .
Però in Palermo nel 1740 presso l’Orlando stampò un Opera con il Titolo :
<< Pianta e prospettiva del territorio e della città di Mineo , con una succinta descrizione dell’antichità e preminenza di detta città , cavata da Diodoro Siculo e da molti monumenti >> .
Nella nostra biblioteca di Noto si conserva un suo Manoscritto intitolato :
<< Compendio della Geografia Universale tradotta dal Francese con l’aggiunta di un lungo Trattato cosmografo del Regno d’Italia e delle Isole adiacenti >> .
Altro suo Manoscritto di molto lavoro e di gran pregio egli lasciò .
<< Era un Elucidarium Biblicum sive sacrorum Bibbliorum Concordantiae nova methodo illustratae et coordinatae , ubi moralia , historica , geographica et grammaticalia omnia , quae in Bibliis occurrunt , exponuntur >> .
Nel necrologico della Provincia non avendo potuto trovare l’anno della morte in cui passò all’altra VITA questo Dotto Padre , ci siamo convinti che egli morì in qualche altra Provincia , onde , solo per ricordarlo , ne abbiamo fatto memoria in questo luogo .


Nel sopraddetto anno 1775 , il 3 Novembre , morì pure con FAMA DI SANTO FRA MICHELE DA CALTAGIRONE , nel secolo di cognome Vacirca .
Nella patria aveva occupato pubblici impieghi , ma chiamato da DIO ABBANDONO’ TUTTO ed entrò nella nostra umile Congregazione per attendere solamente all’affare IMPORTANTISSIMO DELL’ETERNA SALUTE . Contava allora 32 anni .
Avendo una sufficiente istruzione poteva essere ammesso come Chierico per salire poi al Sacerdozio , ma non volle per Spirito di umiltà , contentandosi di essere ricevuto come Laico ; nella quale CONDIZIONE fu da tutti AMMIRATO come ESEMPLARE di Modestia , di mansuetudine , di penitenza , di dolcezza , onde i nobili stesso facevano a gara per ONORARLO .
Il vederlo MENDICARE di porta in porta per lo spazio di 30 anni era per tutti UNA GRANDE LEZIONE DI DISPREZZO DEL mondo e un INCITAMENTO ALLA VIRTU’ , CHE SOLO RENDE L’UOMO DEGNO DI STIMA E DI VENERAZIONE .
Il popolo di Caltagirone riceveva vantaggi dai saggi consigli , dalle PREGHIERE e dalla ESEMPLARITA’ della VITA di questo SERVO DI DIO , onde non a dire quanto rammarico provò quand’egli a 67 anni , dopo averne passato 35 nella Religione , lasciò la terra , per VOLARE , come SPERIAMO , nel CIELO .


PADRE GIACINTO DA PALAZZOLO ACREIDE PROVINCIALE .

Il Padre Giacinto da Palazzolo fu un Religioso di GRANDE PIETA’ , di VASTA Dottrina e tale che Meriti una pagina LUMINOSA non solo nella Storia di quel Convento , ma ancora in quella della patria ove sortì i natali , e della Provincia che lo
EDUCO’ ALLA VIRTU’ .
Di lui si conserva un ritratto in pittura assai guasto dal tempo , e guasta soprattutto è l’iscrizione lodativa che si leggeva
sotto di esso .
Però da ciò che può ancora vedersi , della rozza Tonaca e dell’incolta barba , può bene argomentarsi la SEVERITA’ della sua vita , la quale del resto ci si fa chiara dalla tradizione municipale e da alcune scritture della Provincia .
Trovandosi questa un po’ turbata dai dissensi , e perché si era introdotta in alcune Comunità una certa rilassatezza , A RISOLLEVARE GLI ANIMI EA RIMETTERE UNA COMPLETA CONCORDIA FU MANDATO COME VISITATORE e COMMISSARIO GENERALE il Padre Leone da Sambuca , Provinciale della Provincia di Palermo .
Sotto la sua Presidenza il 4 Luglio 1748 fu tenuto Capitolo in Vittoria , nel quale per voti furono eletti come Definitori il Padre Ambrogio da Caltagirone e il Padre Arcangelo da Modica , e per Breve il Padre Francesco Maria da Piazza Armerina e il Padre Tommaso da Mazzarino . In Provinciale pure per Breve venne Eletto il Padre Giacinto , come uomo di concordia e di PACE , di fervore e di Osservanza regolare .
Si legge ancora con piacere la sua prima lettera Pastorale indirizzata a tutti i nostri Frati , e non si sa se in essa si debba più ammirare l’Unzione e la CARITA’ , o lo Zelo , la Fortezza e il CORAGGIO , con cui INTRAPRENDEVA il Governo della Provincia .
Nel tempo del suo regime si mostrò tale quale si manifestò in questa lettera , onde sotto il suo prudente indirizzo la Provincia PROGREDI’ DI BENE IN MEGLIO rallegrandosi di avere a capo un uomo sì PACIFICO , sì affettuoso e sì rigido . TUTTA LA SUA PERFEZIONE E QUELLA CHE VOLEVA NEGLI ALTRI COMINCIAVA DALL’AMORE ALLA POVERTA’ .
NE’ CIO’ FA MERAVIGLIA , GIACCHE’ LE NOSTRI COSTITUZIONI DICONO CHE APPENA IL FRATE MINORE ALLONTANA DA SE’ LA POVERTA’ , CADE IN OGNI ALTRO VIZIO . ( Anche Padre Pio da Pietrelcina era solito dire queste cose ai suoi Figli Spirituali ) .
Il Padre Giacinto era così Amante di questa PREZIOSA MARGHERITA che prima di morire , facendo la sua espropria , non ebbe a riconsegnare al Superiore che un CROCIFISSO , una Tonaca e alcune mutande .
Spinto dalla sua PIETA’ e dall’OBBEDIENZA dei Superiori , come si rileva dalla prefazione , scrisse in Latino un Aureo libro con il titolo THEOLOGIA MYSTICA , quale ancora si conserva nella biblioteca del Convento , oggi comunale .
IN ESSO DA ALLE ANIMEUN CODICE DI PERFEZIONE CHE PUO’ DIRSI IMPAREGGIABILE , sia per l’ordinamento delle idee , sia per la chiarezza , come per la brevità .
Si è sempre desiderato di metterlo alle stampe , ma fin oggi nulla si è fatto .
L’Amore alla terra natale è un istinto di natura , e sino ad un certo segno è anche una VIRTU’
che VEDIAMO RISPLENDERE NEI SANTI .
Questo fervido Religioso spinto dall’uno , ESERCITO’ L’ALTRA , Amò con AMORE PURO e retto la Patria sua , ne MEDITO’ PROFONDAMENTE LA STORIA ASSAI OBLIATA , LA STUDIO’ SEVERAMENTE e scrisse un grosso volume che intitolò :
<< Selva di antiche memorie uscite dalle tenebre alla luce intorno a Palazzolo >> .
Questo libro è un LAVORO di IMMENSA PAZIENZA e di AMMIRABILE INGEGNO .
Ivi stanno le citazioni di 200 Autori .
Esso mostra nel suo Autore un VERO GENIO NELLA STORIA , per l’esattezza dei suoi criteri e della sua critica severa . Una illustrissima città come Acri , fabbricata dai Siracusani nei tempi della loro floridezza e potenza , seconda solo alle città reine , la quale nei suoi monumenti ricorda la civiltà Greca e la Fenicia , MERITAVA DI ESSERE STUDIATA ,
ed EGLI LA STUDIO’ A FONDO .
E quando già ne era perfino dimenticato il sito , e gli scrittori di cose siciliane avevano cominciato ad assegnarlo dove essa non fu mai , questo eruditissimo Padre lo indicò con tal precisione che il Barone Gabriele Iudica , praticando dopo di lui degli scavi ha potuto , nel luogo indicato dal Padre Giacinto , trovare un limitare della porta orientale di quell’antichissima città , un vasto sistema di catacombe , un Teatro , un Odeo e una ingente quantità di monete di bronzo , di argento e di oro , nonché dei vasi greco-sicoli che adornano i musei di quasi tutta l’Europa , e che avrebbero formato un museo patrio , se non fossero stati saccheggiati , appena morto l’illustre archeologo .
Nell’anno 1754 il nostro Padre venne rieletto Provinciale nel Capitolo di Comiso celebrato il 10 Settembre . Ciò che dimostra la Stima e la Fiducia che godeva nella Provincia .
Terminato il Governo si ritirò a vita privata , di Orazione e di Studio , e quindi Santamente , come era vissuto , chiuse i suoi giorni nel patri Convento , il 16 Settembre del 1779 .


                                                                                FINE

                                                                          LAUS DEO

                                                                        Pax et Bonum


                                                       Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                               Terziario Francescano


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